Satira
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carlettonelivello 14
25 Marzo - 4.221 visualizzazioni
«Finché c'è quel pezzo di mer*a, io non parlo».
A pronunciare queste parole non è un passante, non è un troll di Facebook, non è nemmeno un ospite di un talk show.
È Giovanni Donzelli. Deputato della Repubblica. Coordinatore di Fratelli d'Italia. Braccio destro di Giorgia Meloni.
E il “pezzo di mer*a” a cui si riferisce è un giornalista. Giacomo Salvini del Fatto Quotidiano. Uno che ha osato scrivere un libro (documentato) sull'ascesa del suo partito.
Uno che ha raccontato i retroscena, le chat, le dinamiche interne, comprese le intimidazioni contro Saviano e gli insulti contro l'altro Salvini, ossia Matteo.
E allora via con le offese.
Davanti ai colleghi. Davanti ai microfoni. Senza vergogna, senza freni, senza rispetto. Rifiutandosi di rispondere a meno che quel giornalista colpevole di fare il suo lavoro non venga allontanato.
Ecco: allontanato.
Un verbo che ritorna spesso in questi anni.
Dalla Rai, dove ogni voce critica è stata silenziata.
Ai telegiornali, dove le domande scomode sono scomparse.
Fino ai palazzi della politica, dove chi fa il suo mestiere — informare — viene insultato in pubblico da chi dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, non solo i fedelissimi.
Siamo arrivati a un punto in cui chi ha il potere pretende anche il silenzio di chi ha il dovere di controllarlo, il potere.
E a forza di accettare tutto, stiamo sprofondando nel peggio.
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Vaccata