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Archiviato il cacciatore: nessun colpevole per l'uccisione di Argo e Fiamma, i due cani del rifugio Lago Verde
L'uomo aveva sparato ai due animali nei boschi di Perrero. Il giudice ha stabilito che nel corso del processo non è stato dimostrato che ci fosse dolo da parte del cacciatore

Antonio Giaimo

20 Gennaio 2025
Aggiornato alle 17:34
1 minuti di lettura

Argo e Fiamma, i due cani dei titolari del rifugio Lago Verde uccisi da un cacciatore
Argo e Fiamma, i due cani dei titolari del rifugio Lago Verde uccisi da un cacciatore



Archiviazione per il cacciatore che ha ucciso due cani nel dicembre 2023. I due animali erano di proprietà dei titolari del rifugio Lago Verde. La decisione solleva polemiche, evidenziando le contraddizioni normative e i rischi connessi all'attività venatoria.

Nessuna condanna per il cacciatore
Nessuna condanna per il cacciatore che nel dicembre del 2023 uccise con due colpi di carabina Argo e Fiamma, i cani dei gestori del rifugio del Lago Verde, che quel mattino erano a passeggio con il loro proprietario nei boschi di Perrero.

Il giudice ha stabilito che la posizione del cacciatore doveva essere archiviata perché mancava la certezza che avesse sparato con l'intento di uccidere, in pratica ha accolto la tesi difensiva del cacciatore che aveva sostenuto di essersi sbagliato.


La posizione della Lega Anticaccia
Sulla vicenda interviene la Lega Anticaccia di Pinerolo che in una nota afferma: «La radice della decisione del giudice, che riteniamo sommamente ingiusta sia nel merito che nel metodo perché non espressa a seguito di un processo, è che l'articolo 544 bis del codice penale prevede l'uccisione di animali come delitto, cioè come reato grave, implicando così che l'uccisione debba essere commessa con dolo cioè non "per sbaglio", cioè con colpa».

Le competenze del cacciatore
La nota della Lac prosegue: «Eppure il cacciatore, reo confesso, era un cacciatore abilitato alla caccia di selezione, quindi con specifica formazione nel riconoscimento degli animali: appare inverosimile che non avesse la consapevolezza di stare sparando a 2 cani e li avesse confusi con qualche altro animale.

L'uccisione peraltro è avvenuta con solo due colpi sparati con la carabina: una precisione che avvalora le sue abilità di cacciatore e allontana l'ipotesi della sua incapacità a riconoscere gli animali a cui stava sparando».

I rischi della caccia
L'episodio pone l'accento sul rischio che corrono tutte le persone che nel periodo della caccia si addentrano in un bosco.

Se vuoi approfondire
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La responsabilità del padrone dei cani
Il comunicato della Lac, che si era costituita parte civile, conclude affermando: «L'ordinanza di archiviazione, infine, pare paradossalmente attribuire una responsabilità dell'accaduto al padrone dei cani, evidenziando che i cani non indossassero un cappottino fluorescente, non previsto da alcuna norma, mentre erano a passeggio col loro padrone su un terreno, peraltro, di sua proprietà».
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