Chiacchiera
3 Gennaio - 3.815 visualizzazioni
E' già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quel 36 qualcosa vuol dire.
Giorni fa a Milano. L'altro ieri a Roma. Due giovani, Sthepano e Matteo, tornano a casa dalla festa di Capodanno. È l'una di notte. A piedi, si tengono per mano.
Improvvisamente li vedono dal primo piano di un palazzo. E in dieci scendono in strada. Circondano i due giovani e li aggrediscono con calci e pugni. Sthepano, trauma cranico, naso rotto, volto tumefatto. Va meglio, ma non di molto, a Matteo.
E così ti spieghi come l'Italia registri un'assai vergognosa 36 ° posizione sulla parità LGBTQIA in Europa.
Ancora una prova di quanto sia ancora molto radicata nella nostra Società l'intolleranza verso le differenze.
“Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi” ha detto un giorno Charles Hughes.
Mi viene il dubbio, non tanto piccolo, che oggi c'è chi sogna di vivere in un mondo senza libertà.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quel 36 qualcosa vuol dire.
Giorni fa a Milano. L'altro ieri a Roma. Due giovani, Sthepano e Matteo, tornano a casa dalla festa di Capodanno. È l'una di notte. A piedi, si tengono per mano.
Improvvisamente li vedono dal primo piano di un palazzo. E in dieci scendono in strada. Circondano i due giovani e li aggrediscono con calci e pugni. Sthepano, trauma cranico, naso rotto, volto tumefatto. Va meglio, ma non di molto, a Matteo.
E così ti spieghi come l'Italia registri un'assai vergognosa 36 ° posizione sulla parità LGBTQIA in Europa.
Ancora una prova di quanto sia ancora molto radicata nella nostra Società l'intolleranza verso le differenze.
“Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi” ha detto un giorno Charles Hughes.
Mi viene il dubbio, non tanto piccolo, che oggi c'è chi sogna di vivere in un mondo senza libertà.
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