Chiacchiera
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carlettonelivello 14
ieri alle ore 12:31 - 3.662 visualizzazioni
Mi sono letto con la giusta voglia, cioè pochissima, tutta la questione dietro il concertone di capodanno e l'esclusione di Tony Effe.

Prima però spiegatemi una cosa perché non ci dormo la notte: Effe cosa? Effetto Serra? Effettivamente? Efferato? Non lo sapremo mai o forse sì ma ci ho ripensato e non ditemelo.

Sulle prime leggendo il testo della canzone mi sono trovato d'accordo con l'esclusione.

Frasi molto forti: la chiamo ***tana di qua, le metto il guinzaglio di là, le infilo le dita negli occhi, le preparo un toast e la obbligo a fare il bagno prima che passino tre ore.

Tutta una roba che mi ha ammorbato le palle che a Natale vado a pranzo dai miei con il carrellino perché altrimenti mi strisciano terra.

Poi vedo una serie di artisti che si dissociano e mi faccio qualche domanda: Mahmood, Mara Sattei (ma perché non è Sara Mattei? Perché?) e altra gente che sono sicuro più o meno nella vita canti.

Così ho riflettuto per sei minuti buoni mentre mi sforzavo di andare di corpo tanto che sembravo il Pensatore di Rodin e sono andato a leggermi gli altri testi.

Confesso che sentire le canzoni mi pareva un filo eccessivo perché mi voglio ancora un po' bene.

Ma sono tutte così.

Tutte.

Questo non canta, questo elenca roba che fa alla fidanzata e io non credo lo faccia davvero perché sta con la De Lellis e figurati se la De Lellis sta con uno che le fa ste cose senza farsi scrivere un libro da qualcuno e poi vende decine di migliaia di copie.

Però allora i fagiani sono quelli che organizzano.

Ma non fagianini, proprio fagiani da competizione, campionato regionale della fagianeria.

Tu inviti uno che la sua cifra stilistica mah è questa.

Poi ti incazzi perché porta una sua canzone.

Cosa doveva cantare? Fra' Martino Campanaro?

Una cover del buono, il brutto e il pacioccone?

Non credo.

Intendiamoci io capisco che non ce lo vuoi sul palco, questo che si è scritto sulla faccia la lista della spesa perché non aveva i post-it, però non lo invitare.

Sembri quello là che si fa chiamare per un'intervista e poi sbrocca e se ne va perché non si sente a suo agio.

E dai, passate per vecchi rintronati e passo pure io per vecchio rintronato perché se non mi fosse scappata la grossa finivo per darvi ragione invece col piffero che ce l'avete.

Polemiche su polemiche, associazioni, gente che quando aveva l'età di quello che si chiama come una malattia di Dottor House qui era tutta campagna e si girava con la biga.

Tutti indignati.

Ma maremma stonata fatevi mettere Spotify da un nipote e ascoltate qualche canzone.

Mi rendo conto che sia una roba truce ma è il vostro lavoro, vi pagano e a naso vi pagano pure tanto.

Così sto ragazzotto che si chiama come una manovra per le pensioni ne esce da martire, tutti levano gli scudi in sua difesa… e il concertone?

Ma poi che cosa stracaspiterina è il concertone di fine anno? Tipo la recita di fine anno di tuo figlio?

E quindi boh alla fine ne esce bene quello lì che si chiama come un principio attivo del patchouli nonostante i suoi testi siano tremendi e quelli là con la barba bianca sembrano vecchi ciabattoni

Concertone vuoto.

Chiamate me.

Mi ricordo ancora come si suona il jingle della Barilla col flauto, mi metto lì e secondo me la portiamo a casa, da piccolo sbavavo un casino dall'altra parte dello strumento ma ora credo di essere migliorato.

Vedete che sono collaborativo? Più di così non so che fare.

Fagiani.

#manuscrivecose
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Vaccata