Chiacchiera
10 Dicembre - 3.223 visualizzazioni
È andato a lei, il Premio Ischia come migliore giornalista dell'anno.
A lei vanno le più grandi congratulazioni e l'augurio
che i suoi racconti possano continuare a lungo.
Giovanna Botteri è stata umiliata, derisa per il modo di vestire, per i capelli bianchi, per i maglioni neri, per il suo non omologarsi agli stereotipi su come dovrebbe comparire un volto femminile in tv.
E, in tutto questo tempo, questa grande donna non ha mai risposto né offeso nessuno, alzando le spalle di fronte alle critiche e continuando a testa bassa a fare quello che le riesce meglio: la giornalista.
Talmente bene che oggi, a distanza di qualche mese,
è stata premiata a Ischia come “Giornalista dell'anno”.
Una bella rivincita - anche se in lei non c'è traccia alcuna di rivendicazione - per una donna che ha contribuito a fare la storia del Tg in Italia, ed è ancora, a 63 anni, la numero uno.
Web
A lei vanno le più grandi congratulazioni e l'augurio
che i suoi racconti possano continuare a lungo.
Giovanna Botteri è stata umiliata, derisa per il modo di vestire, per i capelli bianchi, per i maglioni neri, per il suo non omologarsi agli stereotipi su come dovrebbe comparire un volto femminile in tv.
E, in tutto questo tempo, questa grande donna non ha mai risposto né offeso nessuno, alzando le spalle di fronte alle critiche e continuando a testa bassa a fare quello che le riesce meglio: la giornalista.
Talmente bene che oggi, a distanza di qualche mese,
è stata premiata a Ischia come “Giornalista dell'anno”.
Una bella rivincita - anche se in lei non c'è traccia alcuna di rivendicazione - per una donna che ha contribuito a fare la storia del Tg in Italia, ed è ancora, a 63 anni, la numero uno.
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Una grande donna, prima che una grande giornalista.
Sempre gentile e un sorriso per i fotografi. Uno stile d'altri tempi.
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Vietato criticare Giovanna Botteri, l’intoccabile sciattona
di Tommaso de Brabant
Non le si dice che sia brutta, né si sottolineano sue pecche somatiche. La si critica perché è impresentabile. E spiace dirlo, ma così è. Occhi sempre pesti di sonno, capelli sempre scarmigliati e spesso sporchi, sempre addosso i soliti due o tre maglioncini disfatti.
Non si deride la Botteri per il suo aspetto, che non sarebbe affatto sgradevole (a differenza dei toni isterici, del linguaggio approssimativo e della totale mancanza di serietà e correttezza nel fare informazione). Si critica la presentabilità: perché l’abito il monaco lo fa, eccome. Tanto più se si ha un compito di rappresentanza (e quello del mezzobusto lo è), e si è un dipendente pubblico.
Quando si collega dall’estero, Giovanna Botteri si rivolge al pubblico che le paga lo stipendio: perciò ha il dovere di rendersi presentabile. Non è questione di superficialità, di guardare la forma e non la sostanza (e sulla sostanza della Botteri giornalista, le critiche possono essere come minimo feroci). Quando si hanno mansioni come quella del “mezzobusto”, la forma è anche sostanza. Un giornalista televisivo, specialmente se lavora per un’emittente pubblico, ha il dovere di curare l’immagine che presenta al pubblico; quando Giovanna Botteri si mostra sciatta in collegamento, dimostra che del pubblico non gliene importa nulla (e ancor più lo dimostra propinando notizie false, riflessioni aprioristiche, sentenze disoneste).
Va bene cazzate ma ogni tanto un momento di riflessione ci sta anche fra i più grandi fancazzisti del mondo.👏