Chiacchiera
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20 Novembre - 2.960 visualizzazioni
E' già mercoledì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Il bambino e Ania.

Penso che una delle cose più fortunate che ti possano accadere nella vita sia avere un'infanzia felice” ha detto Agatha Christie.
Ma sono tanti, addirittura milioni, quelli che non vivono un'infanzia felice. Anzi, tormentata, addirittura molto dolorosa. Anche in casa nostra, eppure ci consideriamo Paese civile.
E c'è chi l'infanzia non l'ha nemmeno vissuta. È notizia di questa mattina, in Libano in due mesi duecento bambini uccisi. A Gaza è strage.
Oggi questa infanzia uccisa, umiliata, abbandonata e ignorata la ricorda una Giornata. Un piccolo riflettore su una delle vergogne del mondo.
E in questa Giornata piena di denunce che fanno arrossire il mondo che nega gesti d'amore ai piccoli, vorrei raccontare un gesto, semplice ma che può diventare una lezione. La storia di una disuguaglianza.
Un bambino e un cane.
Lui, capelli ricci, foltissimi, è nato in Africa, è stato adottato e da quattro anni è in Sicilia. “Sei nero non ti vogliamo, Sembri sporco. Puzzi. Sei diverso da noi”, gli dicono i compagni a scuola, è una classe primaria. E Francesco (nome di fantasia) si isola, finge di star male, non vuole più andare a sedere sui banchi. Comincia a balbettare.
La madre adottiva- l'ha preso in un orfanotrofio dove è vissuto in compagnia di buio e paura- ha un'idea, porta a casa un cane. E Ania, una femmina, con il colore della neve, compie quel gesto negato dagli umani. Si affeziona al bambino, non lo lascia mai, diventa quell'amico che lui non ha. E il piccolo ritrova il sorriso.
E un giorno corre verso la scuola. Con il cane che gli scodinzola dietro. I compagni vedono Francesco più sicuro, che non fugge alle critiche. Lo cominciano a rispettare. Lui non è più un estraneo in classe.
Francesco è felice. Addirittura non balbetta più.
Quel gesto che Ania regala a tutti i bambini con l'infanzia negata.
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Ho preso la notizia da un bellissimo articolo di Valeria Randone, i miei complimenti, su “ La Stampa” nella rubrica “ Zampa”, da leggere. E seguire.
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