Perla di Saggezza
ieri alle ore 14:57 - 4.223 visualizzazioni
E un giorno ti accorgerai che non esiste più quel trambusto infantile che logora tanto; e quel caos armonico è silenzio rumoroso perché le foglie del calendario non perdonano.
Ed è all'improvviso... all'improvviso la vasca non è più un baule pieno di giocattoli, e che non ti hanno lasciato nel lavandino quella palla di gommapiuma, non ci sono bambole sul divano, né playmobils sparsi per casa...
E un giorno ti accorgerai che non ci sono corse interminabili per i corridoi,niente risate a frullate nel letto per sfidare il sonno; niente racconti da leggere, niente lenzuola da scoprire a mezzanotte, niente anime respirando sogni...
E un giorno capirai che la dispensa è piena di ricordi e che avanzano piatti a tavola; e che tutto è in ordine... senza zaini sul pavimento dell'ingresso, senza matite disordinate. Neanche quei vestiti che non entrano nel cesto e che i letti non si disfano...
E un giorno... sarai orfano dei tuoi figli cresciuti con il permesso della vita. E ti siederai sulla poltrona, con un libro che sente la mancanza di una voce innocente che lo interrompe. E ogni pagina che passi, leggila con attenzione perché quella... non torna più. È la vita.
Ed è all'improvviso... all'improvviso la vasca non è più un baule pieno di giocattoli, e che non ti hanno lasciato nel lavandino quella palla di gommapiuma, non ci sono bambole sul divano, né playmobils sparsi per casa...
E un giorno ti accorgerai che non ci sono corse interminabili per i corridoi,niente risate a frullate nel letto per sfidare il sonno; niente racconti da leggere, niente lenzuola da scoprire a mezzanotte, niente anime respirando sogni...
E un giorno capirai che la dispensa è piena di ricordi e che avanzano piatti a tavola; e che tutto è in ordine... senza zaini sul pavimento dell'ingresso, senza matite disordinate. Neanche quei vestiti che non entrano nel cesto e che i letti non si disfano...
E un giorno... sarai orfano dei tuoi figli cresciuti con il permesso della vita. E ti siederai sulla poltrona, con un libro che sente la mancanza di una voce innocente che lo interrompe. E ogni pagina che passi, leggila con attenzione perché quella... non torna più. È la vita.
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.
Kahlil Gibran