Chiacchiera
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12 Novembre - 4.283 visualizzazioni
E' già martedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Quel “ minuto di rumore”.

Ieri l'omicidio di Giulia Cecchettin , con 37 coltellate. Viviamo oggi la stessa commozione. Purtroppo anche la stessa tragica realtà.
“Ti uccido perché sei mia” continua. Non è cambiato nulla. Nei primi 10 mesi del 2023 gli omicidi di donne furono 113. E sono stati sempre 113 nei primi dieci mesi di quest'anno.
I numeri dicono che tutto è come prima.
Sempre un femminicidio ogni tre giorni.
Ma ci sono segnali positivi che non c'è silenzio. È importante coglierli. Il numero 1522 squilla 200 volte al giorno. È quello per chiedere aiuto contro la violenza e lo stalking. Il 70 per cento delle donne in più che telefonano
E poi ieri quel “Minuto di rumore” degli studenti dell'università di Padova dove Giulia studiava. Il rumore delle chiavi casa. Quella casa dove “Ti uccido perché sei mia”. “ Un minuto di rumore” anche alla “Sapienza” a Roma. Avrebbero voluto far rumore in ogni classe gli studenti del liceo frequentato da Giulia ma il preside ha detto no proponendo un minuto di silenzio. Gli studenti hanno replicato che non cambiano idea.
Un minuto di rumore per Giulia e per tutte.
Un rumore che si sta estendendo. Un segnale di consapevolezza fra i giovani. E' quello che più conta .
E ancora. La sentenza del processo a d Alessandro Impagniatello che uccise la compagna Giulia Tramontano verrà pronunciata il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne.
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La Repubblica” è la fonte dell'immagine di Giulia Cecchettin.
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