BaytaDarell: Bociaa Personalmente, direttamente non l'ho fatto qui e in generale da non credente ho sempre avuto molto rispetto. Poi, se lui è così irascibile, forse dimostra di essere in difetto di qualche virtù, tra cui la "pazienza" e la pratica della "toleranza"😊😉
Bociaa: BaytaDarell che ti devo dire Bayta, fanatismo e intolleranza sono da sempre direttamente proporzionali. Anche io rispetto la fede altrui, pur non avendone una mia ..ma si sa, con la religione nascono sempre dissidi per un nonnulla.
SuOldBoy: Bociaa Scusa se mi intrometto, ma qui su Fbuco l'imperativo è ridere. Noi scherziamo su tutto e tutti giusto? Poi il mio post non è offensivo nei riguardi di Gesu', mi sembra. Se non gli piace puo' scorrere come faccio io...😊
Bociaa: SuOldBoy a parte che non è un intromissione quindi non scusarti, e anzi proporre le proprie opinioni in una discussione sana sarebbe(dico sarebbe) sempre preferibile... Eh sì anche secondo me qui si dovrebbe poter ridere e scherzare su tutto, anche io incontro post che magari non condivido o non comprendo proprio ma vado oltre cosa vuoi siamo in tanti, nemmeno io posso far ridere sempre. E infine si, il tuo post non ha nulla di offensivo, anzi! Scusa tu del dilungamento...😄🤗
BaytaDarell: SuOldBoy Bociaa Sapete... mi è venuto in mente quando ne Il nome della rosa (romanzo / film), Jorge si scaglia con virulenza contro al riso, alla liceità del ridere:
"Non è lecito ridere..." Il dialogo. Esso si divide in tre fasi ben delineabili: 1) Guglielmo accetta le provocazioni, sente la differenza dei ruoli, Jorge è autoritario; 2) Guglielmo prende coraggio, argomenta, Jorge è in crisi, risponde seccamente; 3) Guglielmo, deciso, ha le idee chiare, sente di poter vincere la contesa, Jorge stronca il dialogo.
Jorge. Non pronunciate parole vane che inducano al riso. Spero che le mie parole non vi abbiano offeso, f. G., ma ho udito persone che ridevano di cose risibili ( … ) Voi francescani, tuttavia, provenite da un Ordine dove la giocondità è vista con indulgenza.
Guglielmo. Oh, sì è vero, il nostro Francesco era disposto al riso.
J. Il riso è un vento diabolico che deforma il viso degli uomini e li rende simili alle scimmie.
G. Ma le scimmie non ridono, il riso è proprio dell’uomo.
J. Come il peccato… Cristo non rideva mai!
G. Ne siete così sicuro?
J. Non c’è nulla nelle Scritture che induca a ritenerlo.
G. Ma non c’è nulla che induca a ritenere il contrario. I santi stessi hanno fatto uso delle burle per mettere in ridicolo i nemici della fede. Per esempio, quando i pagani misero S. Mauro nell’acqua bollente, lui si lamentò che l’acqua fosse troppo fredda, il sultano infilò una mano e rimase ustionato.
J. Un santo immerso nell’acqua bollente non si perde in giochi da bambino, reprime le urla e soffre per la verità.
G. Tuttavia Aristotele dedica il secondo libro della sua “Poetica” alla Commedia come strumento di verità.
J. Avete letto quell’opera?
G. No, naturalmente, sono secoli che è andata perduta.
J. No, non fu perduta, non fu mai scritta, perché la Provvidenza non vuole che la futilità venga glorificata.
G. Ma no, devo contestare…
J. Basta! Questa abbazia è in profondo lutto, tuttavia voi volete intromettervi nel nostro dolore con vane parole.
G. Perdonatemi, venerabile Jorge, le mie osservazioni erano fuori luogo.
Poi, se lui è così irascibile, forse dimostra di essere in difetto di qualche virtù, tra cui la "pazienza" e la pratica della "toleranza"😊😉
"Non è lecito ridere..."
Il dialogo. Esso si divide in tre fasi ben delineabili: 1) Guglielmo accetta le provocazioni, sente la differenza dei ruoli, Jorge è autoritario; 2) Guglielmo prende coraggio, argomenta, Jorge è in crisi, risponde seccamente; 3) Guglielmo, deciso, ha le idee chiare, sente di poter vincere la contesa, Jorge stronca il dialogo.
Jorge. Non pronunciate parole vane che inducano al riso. Spero che le mie parole non vi abbiano offeso, f. G., ma ho udito persone che ridevano di cose risibili ( … ) Voi francescani, tuttavia, provenite da un Ordine dove la giocondità è vista con indulgenza.
Guglielmo. Oh, sì è vero, il nostro Francesco era disposto al riso.
J. Il riso è un vento diabolico che deforma il viso degli uomini e li rende simili alle scimmie.
G. Ma le scimmie non ridono, il riso è proprio dell’uomo.
J. Come il peccato… Cristo non rideva mai!
G. Ne siete così sicuro?
J. Non c’è nulla nelle Scritture che induca a ritenerlo.
G. Ma non c’è nulla che induca a ritenere il contrario. I santi stessi hanno fatto uso delle burle per mettere in ridicolo i nemici della fede. Per esempio, quando i pagani misero S. Mauro nell’acqua bollente, lui si lamentò che l’acqua fosse troppo fredda, il sultano infilò una mano e rimase ustionato.
J. Un santo immerso nell’acqua bollente non si perde in giochi da bambino, reprime le urla e soffre per la verità.
G. Tuttavia Aristotele dedica il secondo libro della sua “Poetica” alla Commedia come strumento di verità.
J. Avete letto quell’opera?
G. No, naturalmente, sono secoli che è andata perduta.
J. No, non fu perduta, non fu mai scritta, perché la Provvidenza non vuole che la futilità venga glorificata.
G. Ma no, devo contestare…
J. Basta! Questa abbazia è in profondo lutto, tuttavia voi volete intromettervi nel nostro dolore con vane parole.
G. Perdonatemi, venerabile Jorge, le mie osservazioni erano fuori luogo.
Scusate se sono entrata nel vostro colloquio😊