Chiacchiera
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31 Ottobre - 2.754 visualizzazioni
E' già giovedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

I tassapiattisti.

Oggi è la Giornata Mondiale del Risparmio. Ricordo il vecchio “libretto al portatore” e quel materasso che sostituiva la cassaforte. Poi la banca e i Bot . Lentamente la sana abitudine di risparmiare è diminuita. La crisi economica detta legge.
Ma c'è chi non ha perso quell'abitudine. Sono i furbetti, gli allergici alle tasse, da sempre, quelli che lasciano in bianco quel modulo con le cifre del guadagno o dimenticano qualche zero.
Magari con la “Ferrari” in garage e la barca al porto.
Quelli che, per dirla con Marcello Marchesi: “ Perché denunciare il reddito dopo il bene che ti ha fatto?”.
Furbetti che hanno anche la faccia tosta di protestare. Luogo preferito il pronto soccorso al grido: ” Questo Paese non ha un'anima”.
E così a un ristretto gruppo di italiani, gli onesti- una parola che sta diventando rara- il peso della collettività. Siamo pochi e sempre di meno.
Problema vecchio, si dirà. Ma sempre tenuto aggiornato con una raffica di condoni ai quali i furbetti si guardano bene di aderire perché sanno che a un condotto dopo pochi giorni ne segue sempre un altro. Sta andando avanti così da un po' di tempo.
Ma è arrivata la mano dura. Non ci aveva pensato nessuno. Ancora si andava avanti con l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. Roba vecchia. Da dilettanti
Ora c'è lo spot televisivo. Con la minaccia: È finita la pacchia caro evasore.
E l'evasore si è messo paura. Al limite del terrore. Adesso mi spiego perché ieri mattina c'era una fila lunga alle Poste e in banca.
Potenza della TV. A pensarci prima!
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Sarò sempre grato ai colleghi de “Avvenire” che un paio di anni fa coniarono la parola “Tassapiattisti”. Immagine: lo spot che sta andando in onda in TV sugli evasori.
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Vaccata