Patella: Questo è vero sotto il profilo etico, ma in un'ottica di adattamento al mondo reale è bene avere strutturato meccanismi di difesa efficaci per prevenire gli altrui abusi della nostra buona fede, sennò ci considerano pure scemi ed alla fine ne approfittano un po' tutti!
Patella: Orsoinpiedi quella è una forma di violenza e sopraffazione: non mi disturba, ma se non metto in chiaro chi sono, vengo definita socialmente in base all'etichetta che l'approfittatore mi ha appiccicato addosso per assolvere sé stesso (non è che lui è un infame, ma io una cretina) e dato che l'intelligenza nei gruppi sociali non impera, è possibile che anche altri mi considerino allo stesso modo. Il fatto è che se accetti passiivamente una definizione finisci per essere nella considerazione degli altri e dopo un po' perfino nella tua stessa considerazione, ciò che chi ti sta abusando vuol far credere di te. No: non mi interessa ciò che pensa lui/lei. In un rapporto individuale prendo solo una distanza, ma in un rapporto pubblico devo mettere qualche puntino sulle i prima di allontanare l'approfittatore, giusto per scoraggiare qualche suo adepto non ancora individuato. Rifletti: si deve fare una volta sola, senza rabbia, ma con fermezza, sennò è finita! Immaginati in una classe di adolescenti indisciplinati e capirai cosa sto cercando di dirti. Poi tratta tutte le persone come se fossero uno di quegli adolescenti!
Orsoinpiedi: Patella "definita socialmente"? E com'è definito socialmente un truffatore/profittatore? Un furbo? Bhè, allora io non voglio fare parte di quel gruppo. A me di come mi definisce lui o chi ha a che fare con lui non me ne frega niente. Non conosco il contesto di adolescenti indisciplinati, conosco bene il contesto lavorativo perché l'ho portato a termine, e non credo sia meglio/peggio degli altri contesti. Io dico solo questo: mi hai fregato in qualche modo? Bene. Quello disonesto dei due non sono io. Quello che è in debito non sono io. Quello che deve abbassare lo sguardo non sono io. E quello che pensa lui/lei di me non può assolutamente interessarmi. Non voglio dargli la minima importanza, è una cosa che non mi tocca.🤗
Orsoinpiedi: MeMedesimo sembra una domanda sciocca e superficiale, invece non lo è alla luce della cronaca nazionale. Succedono così tante tragedie che la presenza di una coscienza all'interno di certi animi mi trova dubbioso. La gente sta male, e questo è un dato di fatto incontestabile, ma stare così male da annullare una ipotetica coscienza? Non credo. Penso che la coscienza non sia una dote condivisa. Penso che ci siano persone che ce l'hanno e altre no.🤗
pietranera: Orsoinpiedi credo che non tutti abbiano una coscienza,almeno per me. Ti ripeto,quando sento che c'è qualcosa che non va,lo sento anche fisicamente. Dubito che gente che abbia sciolto nell'acido bambini, siano stati male. Dubito che la donna che ha seppellito i bimbi nel giardino,sia stata male. Qui ho portato gli esempi più tragici,ma in conclusione, la coscienza dovrebbe essere quella cosa che ti fa capire se sei nel bene o nel male. Almeno per come la intendo io...🙏🏼
Orsoinpiedi: pietranera anch'io ho avuto lo stesso dubbio. Non riesco a pensare ad una persona che voltandosi indietro dopo aver fatto quelle cose non ne senta il rimorso, non ne senta il peso, non ne capisca la gravità. Ed il malessere generale non può essere una scusa, semmai un'aggravante. Ma malgrado tutto io continuo a credere nell'uomo. Non nel genere umano, ma nell'uomo. Altrimenti cosa ci resta?
pietranera: Orsoinpiedi la penso come te. Dire che l'umanità,tutta l'umanità vada distrutta, è scorretto verso la gente perbene e innocente. Non hanno rimorsi quelle persone. Chi fa del male,non fa rimorsi ,né scrupoli di coscienza. 🌻
E com'è definito socialmente un truffatore/profittatore? Un furbo?
Bhè, allora io non voglio fare parte di quel gruppo.
A me di come mi definisce lui o chi ha a che fare con lui non me ne frega niente.
Non conosco il contesto di adolescenti indisciplinati, conosco bene il contesto lavorativo perché l'ho portato a termine, e non credo sia meglio/peggio degli altri contesti.
Io dico solo questo: mi hai fregato in qualche modo?
Bene.
Quello disonesto dei due non sono io.
Quello che è in debito non sono io.
Quello che deve abbassare lo sguardo non sono io.
E quello che pensa lui/lei di me non può assolutamente interessarmi.
Non voglio dargli la minima importanza, è una cosa che non mi tocca.🤗
La gente sta male, e questo è un dato di fatto incontestabile, ma stare così male da annullare una ipotetica coscienza? Non credo. Penso che la coscienza non sia una dote condivisa. Penso che ci siano persone che ce l'hanno e altre no.🤗
Se faccio qualcosa che è ingiusto o sbagliato ci sto male.
Gli altri non so,valuto il mio percorso 🍻
Ti ripeto,quando sento che c'è qualcosa che non va,lo sento anche fisicamente.
Dubito che gente che abbia sciolto nell'acido bambini, siano stati male.
Dubito che la donna che ha seppellito i bimbi nel giardino,sia stata male.
Qui ho portato gli esempi più tragici,ma in conclusione, la coscienza dovrebbe essere quella cosa che ti fa capire se sei nel bene o nel male.
Almeno per come la intendo io...🙏🏼
Non riesco a pensare ad una persona che voltandosi indietro dopo aver fatto quelle cose non ne senta il rimorso, non ne senta il peso, non ne capisca la gravità. Ed il malessere generale non può essere una scusa, semmai un'aggravante.
Ma malgrado tutto io continuo a credere nell'uomo. Non nel genere umano, ma nell'uomo.
Altrimenti cosa ci resta?
Dire che l'umanità,tutta l'umanità vada distrutta, è scorretto verso la gente perbene e innocente.
Non hanno rimorsi quelle persone.
Chi fa del male,non fa rimorsi ,né scrupoli di coscienza.
🌻