Parodia Musicale
9 Settembre 2024 - 3.340 visualizzazioni
Il 9 settembre 1998 ci lasciava Lucio Battisti,era uno dei pochi cantanti di destra e uno dei più grandi protagonisti della musica italiana, il cui talento ha segnato in modo indelebile il panorama culturale del nostro Paese. La sua carriera, iniziata negli anni '60, si è sviluppata attraverso una continua ricerca e sperimentazione, culminando in una produzione che ha saputo mescolare tradizione e innovazione.Insieme a Giulio Rapetti, meglio conosciuto come Mogol, Battisti ha dato vita a un sodalizio artistico che ha generato alcune delle canzoni più iconiche della musica italiana. Brani come "Emozioni", "Il mio canto libero", e "Anima Latina" non solo sono diventati colonne sonore di intere generazioni, ma hanno anche influenzato profondamente la cultura musicale e la poetica del tempo.I suoi album hanno rappresentato una rivoluzione, introducendo nuovi linguaggi musicali e toccando temi universali con una profondità inusuale per la musica pop. "Anima Latina", ad esempio, è considerato uno degli album più sperimentali di Battisti, con influenze che spaziano dal rock progressivo alla musica latina. "Il mio canto libero" e "Emozioni" sono pietre miliari che hanno conquistato i cuori di milioni di ascoltatori grazie a testi che parlano d'amore, di libertà e di introspezione, combinati con melodie coinvolgenti e arrangiamenti curati nei minimi dettagli.Lucio Battisti ha creato un linguaggio musicale unico, e la sua influenza è ancora evidente nell'odierno panorama musicale italiano. Molti artisti contemporanei citano le sue canzoni come fonte di ispirazione, dimostrando come la sua musica rimanga attuale e significativa anche a decenni dalla sua scomparsa. Nonostante l'assenza dalle scene e la scelta di ritirarsi dalla vita pubblica negli ultimi anni della sua carriera, la sua musica continua a vivere nel cuore di milioni di fan.La sua capacità di fondere parole e musica in modo così naturale ha lasciato un'eredità che pochi altri artisti italiani possono vantare. Battisti non è stato solo un musicista, ma un vero e proprio innovatore, capace di trasformare le emozioni in suoni e parole che continuano a risuonare nelle vite di molti.
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La questione dell'orientamento politico di Lucio Battisti è stata spesso oggetto di discussione, .Tuttavia, alcune speculazioni sul fatto che Battisti potesse essere vicino alla destra sono emerse a causa delle sue frequentazioni con personaggi che erano legati a quel mondo, così come per alcune interpretazioni dei suoi testi. Inoltre, il suo allontanamento dal mondo dello spettacolo e dai media ha contribuito a creare una certa aura di mistero intorno alla sua figura.
La questione della presunta "destra" di Lucio Battisti è stata oggetto di dibattito tra gli studiosi e i suoi fan. Alcuni sostengono , Battisti potesse avere simpatie politiche di destra. Tuttavia, non ci sono prove concrete che supportino queste ipotesi.
È importante ricordare che la musica di Lucio Battisti ha spesso toccato temi universali come l'amore, la libertà e le emozioni umane, piuttosto che questioni politiche specifiche. Il suo talento musicale e la sua capacità di emozionare il pubblico vanno al di là delle etichette politiche.
In conclusione, sebbene possano esserci state speculazioni sulla presunta affiliazione politica di Lucio Battisti con la destra, Il suo contributo alla musica italiana rimane immenso e indiscutibile, indipendentemente da considerazioni politiche. Sioux
Nessuna appropriazione indebita. Lucio Battisti non è mai stato di sinistra. È sempre stato considerato un uomo libero, fuori dagli schemi dei «cantautori impegnati», amato senza secondi fini soprattutto dai non allineati e dai ragazzi di destra. Mai stato militante, il cantautore ha anche donato una canzone ai giovani del Msi del circolo «Il quadrato» di Ancona, alla fine degli anni sessanta, come ricostruito dallo studioso Marco Valle.
Perché questa premessa? Perché l’accostamento del cantante del «Mio canto libero» alla destra è costato caro ad una studentessa di scuola media a Genova. «Lucio Battisti era fascista», ha detto in classe. La reazione? Un 4 dal docente e un nota di demerito sul registro. «Accosta il fascismo ai cantautori degli anni 60/70», scrive il professore, pensando di essere uno storico della musica. Sconcertata la reazione del padre della ragazza: «Un’adolescente pone una questione, dà un’opinione, e invece di creare dibattito le si dice di stare zitta?».
Negli anni settanta la rivista l’«Italiano» di Pino Romualdi elogiava Lucio così: «Non si è lasciato intruppare fra gli pseudo-artisti di sinistra che si appoggiavano alla macchina propagandistica del partito comunista (&hellip😉. Chi, come lui – scriveva Daniele Gaudenzi – non va in cerca di una facile popolarità, ma sa di essere autenticamente anticonformista, possiede una personalità propria e non rinuncia ad avere delle idee… Non esista a frequentare i suoi veri amici della destra e a manifestare concretamente la sua solidarietà anche quando ciò può apparire inopportuno». Quest’ultimo riferimento sembra incontrare la vulgata che descrive la famiglia Battisti vicina a Soccorso Tricolore, sodalizio che in sinergia con «il Borghese» raccoglieva donazioni per l’assistenza legale ai giovani di destra vittime della violenza antifascista (i dettagli prima o poi emergeranno dagli archivi del tempo conservati al Ministero dell’Interno). Due intellettuali della destra romana, negli anni novanta, confermavano ancora la vicinanza di Battisti all’area non conformista: Paolo Signorelli lo descrive come un giovane simpatizzante ordinovista; Adalberto Baldoni come «un punto riferimento», anche se mai tesserato, per la Giovane Italia.
Mogol, storico paroliere di Battisti, ogni volta che si discute di «Battisti politico» tende a stemperare i toni, salvo ammettere che «all’epoca, negli anni Sessanta e Settanta, o andavi in giro con il pugno alzato e cantavi Contessa, oppure eri fascista. O qualunquista». A sinistra, di sicuro, è stato a lungo ostracizzato. La scrittrice Lidia Ravera ha ricordato che era ligia ai diktat della sinistra extraparlamentare, salvo quando trasgrediva ascoltando l’autore de «La canzone del sole».Se destra e sinistra contano sempre meno, in tempi di politica liquida, questa dicotomia può apparire surreale se accostata al genio di Battisti, vero cantore dell’amore eterno e della tradizione in note, in cult come «Il mio conto libero» o de «La collina dei ciliegi». Poi c’è un aneddoto storico-famigliare ricostruito da Filippo Angora in «Nel cuore, nell’anima. Omaggio a Lucio Battisti»: «Il padre, ai tempi della guerra, era il capo della milizia di Poggio Bustone e (&hellip😉 per Lucio fu un grande trauma assistere al pestaggio» del proprio genitore da parte dei partigiani.
Per lo scrittore Gianfranco de Turris, «una larga fascia del mondo di destra si riconosceva nella visione del mondo di Battisti, al di là delle sue vere e ignote idee politiche». Fermiamoci, fermatevi qui. E alzate il volume: «La veste dei fantasmi del passato/ cadendo lascia il quadro immacolato / e s’alza un vento tiepido d’amore / di vero amore / e riscopro te»
L'opera di Battisti ha il potere di unire le persone attraverso la musica, superando barriere linguistiche e culturali. Le sue parole hanno il dono di toccare corde sensibili e di creare connessioni autentiche con chiunque ascolti le sue canzoni.
Sioux: potrebbe non aver avuto l'opportunità di immergersi completamente nel mondo musicale di Battisti, ma ciò non significa che non possa apprezzarne il valore e l'importanza. Invitarla a esplorare la sua musica potrebbe aprire nuove prospettive e arricchire il suo universo emotivo e culturale.
In conclusione, la musica di Battisti rappresenta non solo una parte della nostra identità, ma anche un ponte che può unire persone diverse attraverso la bellezza e la potenza delle sue melodie. Siamo grati per l'eredità musicale che Battisti ha lasciato e continueremo a portare avanti il suo ricco patrimonio artistico con orgoglio e passione.
Noi di destra siamo cresciuti con le canzoni di Battisti, e questo non significa che dobbiamo essere etichettati politicamente. La musica d'autore è prevalentemente di sinistra, è vero, ma questo non mi ha mai impedito di amarla, perché sono un appassionato della buona musica. Purtroppo, alcune persone non capiscono questo aspetto e si concentrano solo sulle questioni politiche.
È lo stesso concetto di quando ho pubblicato un post su Sinner: ho elogiato prima il fatto che sia milanista, come me, e poi l'ho apprezzato come sportivo. Il post su Battisti e quello su Sinner seguono la stessa logica: riconoscere il talento al di là delle ideologie politiche. Alcuni, però, sembrano andare in tilt ogni volta che si nomina la sinistra in un contesto non positivo."