Chiacchiera
30 Agosto - 3.055 visualizzazioni
E' già venerdì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Tiro a segno su Bamby
Il cervo, era un simbolo. Ora diventa un tiro a segno. Addirittura a premio.
Sono troppi, dice la Regione Abruzzo, e creano danni all'agricoltura. Vanno uccisi, almeno 469, dal 14 ottobre fino al 15 marzo, in due aree della provincia dell'Aquila negli ambiti territoriali di caccia Avezzano, Sulmona, Subequano, L'Aquila e Barisciano. E al fuori delle aree protette e nelle aree ad esse contigue.
Cifre alla mano: per l'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale la selezione dei servi è autorizzata solo in presenza di due capi ogni chilometro quadrato. In Abruzzo il valore massimo è 2,58. Un attimo sopra. In un'Italia delle deroghe - mi vengono in mente i balneari e quei gentiluomini che non amano pagare le tasse - la severità è solo per i cervi.
Si dimenticano poi tutti i metodi per il contenimento della specie. Da quelli per le nascite, ai dissuasori olfattivi sui campi, alle recensioni. E poi garantire i risarcimenti agli agricoltori.
No, la Regione Abruzzo ha deciso: abbatterli a fucilate.
E ha varato il listino:
50 euro per piccoli in età sotto i 12 mesi; 100 euro per le femmine giovani e adulte; 240 per i maschi. Se il cacciatore viene da fuori Abruzzo, si può arrivare anche a 600 euro. L'incasso va alle associazioni dei cacciatori: grilletto e euro, fucile perfetto.
E vuoi mettere il piacere di mostrare in salotto, appese alla parete, quelle corna.
È ribellione, ovviamente. La petizione del WWF ha già 60 mila firme( si può firmare andando sul sito del WWF). Ma la Regione Abruzzo non cede.
Scrivo e con il pensiero vado ai miei incontri estivi con i cervi nel meraviglioso borgo di Villetta Barrea (fuori delle zone colpite dal provvedimento della Giunta aquilana). Li ho incontrati lungo il fiume Sangro, nei boschi e sui campi. Ho sentito il suono secco delle corna che si aggrovigliano. E quei bramiti nella notte. E un giorno sulla strada statale: ubbidienti passavano sulle strisce. Ho frenato e sono stato lì ad ammirare la loro eleganza.
“Si coricò la cerve/ dietro il reticolato. / I suoi occhi erano/ due mandorle scure. / Il gran cervo vigilava / e a mezzogiorno/ la sua corona di corna/ brillava come un altare incendiato”. (Pablo Neruda).
Cacciatore che mi leggi, ora prova a sparare.
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Immagine: due cervi sulle strisce in una via di Villetta Barrea. Ho preso la notizia da un documento articolo di Saverio Occhiuto su “ La Stampa.it.” ,invito a leggerlo.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Tiro a segno su Bamby
Il cervo, era un simbolo. Ora diventa un tiro a segno. Addirittura a premio.
Sono troppi, dice la Regione Abruzzo, e creano danni all'agricoltura. Vanno uccisi, almeno 469, dal 14 ottobre fino al 15 marzo, in due aree della provincia dell'Aquila negli ambiti territoriali di caccia Avezzano, Sulmona, Subequano, L'Aquila e Barisciano. E al fuori delle aree protette e nelle aree ad esse contigue.
Cifre alla mano: per l'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale la selezione dei servi è autorizzata solo in presenza di due capi ogni chilometro quadrato. In Abruzzo il valore massimo è 2,58. Un attimo sopra. In un'Italia delle deroghe - mi vengono in mente i balneari e quei gentiluomini che non amano pagare le tasse - la severità è solo per i cervi.
Si dimenticano poi tutti i metodi per il contenimento della specie. Da quelli per le nascite, ai dissuasori olfattivi sui campi, alle recensioni. E poi garantire i risarcimenti agli agricoltori.
No, la Regione Abruzzo ha deciso: abbatterli a fucilate.
E ha varato il listino:
50 euro per piccoli in età sotto i 12 mesi; 100 euro per le femmine giovani e adulte; 240 per i maschi. Se il cacciatore viene da fuori Abruzzo, si può arrivare anche a 600 euro. L'incasso va alle associazioni dei cacciatori: grilletto e euro, fucile perfetto.
E vuoi mettere il piacere di mostrare in salotto, appese alla parete, quelle corna.
È ribellione, ovviamente. La petizione del WWF ha già 60 mila firme( si può firmare andando sul sito del WWF). Ma la Regione Abruzzo non cede.
Scrivo e con il pensiero vado ai miei incontri estivi con i cervi nel meraviglioso borgo di Villetta Barrea (fuori delle zone colpite dal provvedimento della Giunta aquilana). Li ho incontrati lungo il fiume Sangro, nei boschi e sui campi. Ho sentito il suono secco delle corna che si aggrovigliano. E quei bramiti nella notte. E un giorno sulla strada statale: ubbidienti passavano sulle strisce. Ho frenato e sono stato lì ad ammirare la loro eleganza.
“Si coricò la cerve/ dietro il reticolato. / I suoi occhi erano/ due mandorle scure. / Il gran cervo vigilava / e a mezzogiorno/ la sua corona di corna/ brillava come un altare incendiato”. (Pablo Neruda).
Cacciatore che mi leggi, ora prova a sparare.
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Immagine: due cervi sulle strisce in una via di Villetta Barrea. Ho preso la notizia da un documento articolo di Saverio Occhiuto su “ La Stampa.it.” ,invito a leggerlo.
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https://www.ilmillimetro.it/caccia-ai-cervi-in-abruzzo-paghi-uccidi/#%3A~%3Atext=Secondo%20la%20Regione%2C%20dal%202019%20al%202023%2C%20la%20popolazione%20di%20cervi%20ha%20causato%20finora%20danni%20pari%20a%20895.340%20euro.%20A%20questa %20cifra%20andranno%20aggiunti%20quelli%20dell%E2%80%99anno%20in%20corso%20che%2C%20secondo%20le%20previsioni%2C%20porteranno%20la%20somma%20totale%20oltre%20il%20milione%20di%20euro