Chiacchiera
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carlettonelivello 13
2 Agosto - 3.963 visualizzazioni
Eppure sono convintissimo che a nessuno freghi assolutamente nulla di queste due atlete.
Ma zero proprio, fino a ieri probabilmente nemmeno lo sapevamo che esisteva la boxe femminile.
E il problema è proprio questo.
Ci sono i fatti, le opinioni e le strumentalizzazioni e in questo terzo campo si combatte una battaglia molto più tangibile di quanto sembri.
I fatti sono che due atlete DONNE si scontrano sul ring, non lo dico io che sono donne, che tanto io di donne non ci capisco una mazza, lo dicono genetisti e medici che sono chiamati in causa perché se su una dubbi non ce ne sono qualcuno i dubbi sull'altra li mette.
E ci sta, l'apparenza inganna, ma chi ha titolo di definirsi esperto scrive e sottoscrive che l'algerina è donna e nata donna e questo dovrebbe chiudere il discorso nonostante l'anomala quantità di testosterone e nonostante sia stata esclusa dai mondiali.
Ma i mondiali hanno criteri di esclusione differenti, ritengo sia sbagliato e generi confusione avere criteri diversi sulla medesima gara, si finisce per dare terreno fertile a chi gioca nel campo delle strumentalizzazioni.
Ovvero le istituzioni italiane e gli organi di informazione.
Ecco lì, inizia quella battaglia dove i fatti finiscono, leggo robe raccapriccianti da chi dovrebbe rappresentarmi nel mondo.
"Un uomo algerino prende a pugni un'italiana".
"Io sto con la donna".
"Il combattimento non è regolare".
Ma andate al diavolo, mi fate accapponare la pelle non solo per ciò che scrivete ma per la velocità con cui lo fate, subito pronti a schierarvi in barba a qualsiasi esperto vero che vi smentisce ma voi urlate più forte perché così smuovete la pancia di chi vi viene dietro.
Attenzione, non sto dicendo che le cose sono così e basta, dico che per ciò che sappiamo a oggi la Khelif è una donna e ha pieno titolo di combattere secondo le regole imposte dal CIO e sottoscritte da qualsiasi paese partecipante, Italia compresa.
Sapete perché sostengo che a nessuno importi di queste due?
Perché quando c'era davvero da difendere le nostre ragazze non ho visto muovere un dito a nessuna carica alta dello stato.
Qualche giorno fa esce un articolo di Repubblica per celebrare le atlete che hanno conquistato l'oro nella spada femminle, un'impresa storica.
Quel giornale sopra citato non mette il nome delle spadaccine, le apostrofa così: l'amica della Leotta (Rossella Fiammingo), la psicologa (Mara Navarria), la francese (Alberta Santuccio) e la veterana (Giulia Rizzi). I nomi li ho messi io tra parentesi perché il giornalista non si è degnato di dare loro dignità citandole nel sottotitolo.
Qualcuno ha letto qualche presa di posizione?
Io no, credetemi, non è una cosa diversa, è la stessa cosa ma scagliarsi contro un'atleta algerina accusandola di essere uomo fa molta più presa perché ha sconfitto un'italiana che in realtà si è ritirata dopo 46 secondi di gara quindi la gara non c'è nemmeno stata.
Non entro nel merito della scelta della nostra atleta, non mi compete, da fuori è tutto diverso e la mia opinione è parziale, però vedere questo clamore mi dà profondamente fastidio perché le regole sono state accettate e finché ci sono vanno rispettate.
Lo capisco d'altra parte che non ci siamo abituati, noi le regole le interpretiamo, le aggiriamo, le modelliamo alle circostanze ed eventualmente alle attenuanti ma resta il fatto che oggi ho visto un'atleta donna batterne un'altra e questi sono fatti, non opinioni e nemmeno strumentalizzazioni specie perché la Khelif non è un'atleta di primo livello ma ha perso spesso da altre atlete quindi si può battere.
Per me abbiamo perso un'altra, l'ennesima, buona occasione per tacere o almeno per provare a essere costruttivi, abbiamo sparato a zero distorcendo e manipolando in nome del consenso anziché del buonsenso.
Abbiamo perso tutti oggi.
Di nuovo.

#manuscrivecose
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Vaccata