Chiacchiera
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Pakallivello 9
23 Giugno - 4.351 visualizzazioni
Mio padre, qualche giorno prima di morire (lo sapeva), mi disse:

“Senti Pietro, ho pensato questo: se "dopo" c'è qualcosa, okay, allora ci rivedremo lì. Ma se non c'è niente, che ne dici di crearlo noi?”
“E come facciamo?!” chiedo.
“Con il nostro legame. Stabiliamo una connessione. Del resto, la realtà non è data una volta per tutte. Le sinapsi cerebrali si creano, i ponti si edificano. Perché non si può creare una connessione tra le nostre anime, oltre la vita fisica?”
Ci guardammo negli occhi, intensamente, tenendoci le mani, come per dirci:

“Sì, il nostro legame esiste per sempre”.

Sapevamo di essere ai confini del Nulla, forse ridicoli, ma non c'importava.

“Quando sarò andato – disse – cercami fin da subito, nelle coincidenze stranissime che fanno venire i brividi, negli oggetti spostati, nei rumori impossibili. A volte potrei essere io. Mi raccomando, però: non raccontartela, sii obiettivo”.
Ci mettemmo d'accordo su cinque fenomeni possibili di contatto e, dopo qualche giorno, iniziò la ricerca reciproca.

Non posso qui dire nulla, se non che rimasi attonito: c'erano tracce di connessione, e dopo 14 anni ci sono ancora.

Inequivocabili, assolutamente non frutto di emotività.

Tanto che oggi, come uomo d'anima e di scienza, mi trovo in un paradosso: non ho alcuna prova di un'altra dimensione, ma ho la prova di una connessione.

Questo cambiò tutto per me, aumentando la mia attenzione verso i rapporti con gli amati che non ci sono più, animali compresi.

Anzi, proprio con gli animali che sono andati sul “ponte dell'arcobaleno” sono accadute connessioni sincroniche da super-brivido.

Ma la mancanza e il dolore restano, e non traggo conclusioni, non ho verità, non so niente.

So solo che esiste lo Sguardo Creatore di Ponti.

E non me ne perdo uno. Non ce ne perdiamo uno.

Pietro Fornari

Medico psicoterapeuta
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