Chiacchiera
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4 Giugno - 3.527 visualizzazioni
E' già martedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Voto te ma eleggo lui.

Alle elezioni di sabato e domenica c'è il candidato/ eletto ignoto. Almeno a me. Quello che andrà al Parlamento Europeo con il mio voto. Ma io non l'ho votato. Eppure il mio voto che non ho dato a lui, consentirà a lui di essere eletto.
Uno dei tanti in lista. Di cui magari non ho mai sentito parlare.
Mi spiego. Alcuni partiti hanno messo in lista un candidato di prestigio che, già da ora, ha annunciato che, se eletto, rinuncerà alla nomina. Quindi al suo posto andrà a Strasburgo il primo dei non eletti.
Inutile fare nomi, sono noti a tutti.
Seconda spiegazione. Se il candidato rinunciatario, per esempio, prende mezzo milione di voti e batte tutti, lui rimane a casa e al posto suo va a Strasburgo un candidato che magari di voti ne ha raccolti poche migliaia.
E così, se io decido, perché gode della mia fiducia, di votare il candidato già da ora rinunciatario, il mio voto farà eleggere un signore che non conosco o che comunque non avrei mai votato.
Non mi devo impegnare molto per comprendere il perché.
“A volte si va al voto, a volte si va al vuoto”, dice Fabrizio Caramagna, scrittore e studioso di aforismi.
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Immagine: il Parlamento Europeo. Fonte : Il Sole 24 Ore
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