Chiacchiera
14 Gennaio - 3.550 visualizzazioni
E' già domenica.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quella signora in rosso.
Se ne va lentamente. La vecchia cassetta delle Poste lascia quell'angolo della via con il suo rosso vivo e una grande semplicità: quattro lamiere e una fessura, poi, in un impeto di progresso, diventate due. Nel vuoto tutti insieme: saluti e fatture. Il nostro dialogo scritto con il mondo.
Lascia il posto a un'altra cassetta, piena di sensori. Sempre busta e francobollo ma molto poco del nostro intimo, molto del nostro rapporto con l'ufficialità e la burocrazia.
Di vecchio, solo il rosso.
La storica cassetta se ne va senza rancore. Con la dignità di una vecchia signora Avrebbe ragione di dispiacersi. Perché l'abbiamo tradita per ubbidire al progresso. Dimenticando quanto c'era stata amica.
Quando imbucammo la cartolina “Saluti da Firenze”, per la prima volta fuori di casa, fu discreta nel non rivelare, per non deluderci, che sarebbe arrivata molto dopo il ritorno.
Quando in quella stretta fessura infilammo il curriculum . E avemmo la sensazione di sentire un “ buona fortuna”.
Quando comunicammo annunci di nascite, successi, promozioni. E ci fece i complimenti.
Quando le affidammo una lettera di addio. E fu triste con noi.
Tradita con un clic. Su un telefonino o su un computer. Solo per far prima.
Rimane il rimpianto di quando ci si affidava alla vecchia signora in rosso un qualcosa di noi al mondo.
E c'era l'ansia dell'attesa della risposta, lunga anche giorni. Sempre in una busta con il francobollo. E il postino che bussava alla porta.
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Fonte dell'immagine: La Repubblica
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quella signora in rosso.
Se ne va lentamente. La vecchia cassetta delle Poste lascia quell'angolo della via con il suo rosso vivo e una grande semplicità: quattro lamiere e una fessura, poi, in un impeto di progresso, diventate due. Nel vuoto tutti insieme: saluti e fatture. Il nostro dialogo scritto con il mondo.
Lascia il posto a un'altra cassetta, piena di sensori. Sempre busta e francobollo ma molto poco del nostro intimo, molto del nostro rapporto con l'ufficialità e la burocrazia.
Di vecchio, solo il rosso.
La storica cassetta se ne va senza rancore. Con la dignità di una vecchia signora Avrebbe ragione di dispiacersi. Perché l'abbiamo tradita per ubbidire al progresso. Dimenticando quanto c'era stata amica.
Quando imbucammo la cartolina “Saluti da Firenze”, per la prima volta fuori di casa, fu discreta nel non rivelare, per non deluderci, che sarebbe arrivata molto dopo il ritorno.
Quando in quella stretta fessura infilammo il curriculum . E avemmo la sensazione di sentire un “ buona fortuna”.
Quando comunicammo annunci di nascite, successi, promozioni. E ci fece i complimenti.
Quando le affidammo una lettera di addio. E fu triste con noi.
Tradita con un clic. Su un telefonino o su un computer. Solo per far prima.
Rimane il rimpianto di quando ci si affidava alla vecchia signora in rosso un qualcosa di noi al mondo.
E c'era l'ansia dell'attesa della risposta, lunga anche giorni. Sempre in una busta con il francobollo. E il postino che bussava alla porta.
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Fonte dell'immagine: La Repubblica
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