Chiacchiera
11 Luglio 2023 - 4.166 visualizzazioni
A proposito di romani...
"Vitellio era incline soprattutto alla crapula e alla crudeltà. I pasti li divideva sempre in tre o talvolta in quattro momenti: colazione, pranzo, cena e baldoria; e tutti quanti riusciva a sostenere per l'abitudine a vomitare. Si invitava da sé, ora da uno ora dall'altro, nello stesso giorno; e ogni imbandigione non costò mai a nessuno meno di quattrocentomila sesterzi. Famosissima fra tutte fu la cena di benvenuto offertagli per il suo arrivo dal fratello, durante la quale si dice che fossero serviti duemila pesci tra i più prelibati e settemila uccelli. Eppure lui superò anche questa con l'invenzione di un piatto che, per la sua smisurata grandezza, usava chiamare «scudo di Minerva protettrice della città». Vi aveva mescolato fegati di scaro, cervella di fagiano e di pavone, lingue di fenicotteri, latte di murena fatto venire fin dalla Partia e dallo stretto di Gibilterra con l'ausilio di triremi e dei loro capitani. Ma siccome era uomo di voracità non solo straordinaria, ma anche sordida e fuori luogo, non riusciva a trattenersi mai – nemmeno in viaggio o durante i riti sacri – dal mangiarsi lì per lì le viscere o il pane di farro quasi rubandoli al fuoco dell'altare o, nelle osterie lungo la via, le vivande ancora fumanti o persino del giorno prima e lasciate a metà." (Svetonio, Vitellio, 13)
"Vitellio era incline soprattutto alla crapula e alla crudeltà. I pasti li divideva sempre in tre o talvolta in quattro momenti: colazione, pranzo, cena e baldoria; e tutti quanti riusciva a sostenere per l'abitudine a vomitare. Si invitava da sé, ora da uno ora dall'altro, nello stesso giorno; e ogni imbandigione non costò mai a nessuno meno di quattrocentomila sesterzi. Famosissima fra tutte fu la cena di benvenuto offertagli per il suo arrivo dal fratello, durante la quale si dice che fossero serviti duemila pesci tra i più prelibati e settemila uccelli. Eppure lui superò anche questa con l'invenzione di un piatto che, per la sua smisurata grandezza, usava chiamare «scudo di Minerva protettrice della città». Vi aveva mescolato fegati di scaro, cervella di fagiano e di pavone, lingue di fenicotteri, latte di murena fatto venire fin dalla Partia e dallo stretto di Gibilterra con l'ausilio di triremi e dei loro capitani. Ma siccome era uomo di voracità non solo straordinaria, ma anche sordida e fuori luogo, non riusciva a trattenersi mai – nemmeno in viaggio o durante i riti sacri – dal mangiarsi lì per lì le viscere o il pane di farro quasi rubandoli al fuoco dell'altare o, nelle osterie lungo la via, le vivande ancora fumanti o persino del giorno prima e lasciate a metà." (Svetonio, Vitellio, 13)
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Epaminonda: Per fortuna che fu imperatore solo x otto mesi 🙈
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11 Luglio 2023 alle ore 15:02 · Ti stimo · Rispondi
nonnocucaracha: Buon pomeriggio
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11 Luglio 2023 alle ore 15:34 · Ti stimo · Rispondi