Bene dai ... anche oggi il tempo che avrei voluto dedicare al conseguimento del patentino, se ne e' andato a leggere/commentare/stimare le vostre vaccate ... il problema siete VOI ... non IO! 🙂
Amtor: mamoski caldaie fino a ... non ricordo quanti milioni di calorie gia' l'ho presa a 20 anni, motorino l'ho presa a 16, loggia massonica mi manca ... ho diverse altre certificazioni ma ... la patente di facciabuco ... non ci riesco, ho anche fatto lo SPID! -.-
Elsa: Le 95 tesi sulle indulgenze affisse da Martin Lutero sulla porta della chiesa di Ognisanti a Wittenberg il 31 ottobre 1517. Tesi intese alla determinazione dell'efficacia delle indulgenze. Le tesi che seguono, il cui fine è quello di chiarire la verità, formeranno oggetto di un dibattito a Wittenberg, condotto dal R. P. Martin Lutero, Maestro di Arti e di sacra Teologia, nonché lettore ordinario di questa stessa disciplina in questa città. Egli invita tutti coloro che si troveranno nell'impossibilità di parteciparvi, di inviare le loro osservazioni per iscritto. Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Amen. 1. Quando il Signore e maestro nostro Gesù Cristo, ha detto: "Fate penitenza", ha inteso chiedere ai fedeli di conformare tutta la loro vita allo spirito di sacrificio. 2. Usando quella espressione, Egli non ha inteso riferirsi alla penitenza sacramentale (ossia alla confessione e alla riparazione che si compie attraverso il ministero del sacerdote). 3. Egli non ha inteso riferirsi alla sola penitenza interiore, che non vale nulla se non è seguita dalla mortificazione della carne. 4. Di conseguenza, la pena dura finché permane l'odio per la propria persona (che costituisce la vera penitenza interiore), cioè fino all'ingresso nel regno dei cieli. 5. Il papa può rimettere soltanto quelle colpe che egli stesso ha imposte in base alla sua volontà o in base al diritto canonico. 6. Il papa non ha il potere di condonare i peccati; qualora pertanto, egli non si limiti a perdonare quelli di sua pertinenza, egli deve dichiarare e assicurare che il perdono avviene per opera di Dio, altrimenti la colpa non verrebbe cancellata. 7. Dio non rimette le colpe al penitente che non si accosta con profonda umiliazione al sacerdote suo vicario. 8. Le disposizioni canoniche concernenti la penitenza riguardano soltanto i vivi, mentre nessun valore hanno nei riguardi dei moribondi. 9. Lo Spirito Santo, dunque, ci offre il Suo perdono per mezzo del papa, e comunque sempre, nell'evenienza di una morte improvvisa. 10. I sacerdoti che infliggono ai moribondi pene canoniche da scontare in purgatorio dimostrano ignoranza e scorrettezza. 11. E' probabile che la zizzania, consistente nella conversione della pena canonica in una pena da scontare in purgatorio, sia stata seminata mentre i vescovi dormivano. 12. In passato, le pene canoniche venivano inflitte a seguito di una vera contrizione prima dell'assoluzione, e non dopo. 13. Ai morti è dato di scontare ogni peccato fino al momento della morte; dopo la morte, le disposizioni canoniche non li riguardano più, essendo di diritto da esse sciolti.
affisse da Martin Lutero sulla porta della chiesa di Ognisanti a Wittenberg il 31 ottobre 1517.
Tesi intese alla determinazione dell'efficacia delle indulgenze.
Le tesi che seguono, il cui fine è quello di chiarire la verità, formeranno oggetto di un dibattito a Wittenberg,
condotto dal R. P. Martin Lutero, Maestro di Arti e di sacra Teologia, nonché lettore ordinario di questa stessa
disciplina in questa città. Egli invita tutti coloro che si troveranno nell'impossibilità di parteciparvi, di inviare le
loro osservazioni per iscritto.
Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo.
Amen.
1. Quando il Signore e maestro nostro Gesù Cristo, ha detto: "Fate penitenza", ha inteso chiedere ai fedeli di
conformare tutta la loro vita allo spirito di sacrificio.
2. Usando quella espressione, Egli non ha inteso riferirsi alla penitenza sacramentale (ossia alla confessione e
alla riparazione che si compie attraverso il ministero del sacerdote).
3. Egli non ha inteso riferirsi alla sola penitenza interiore, che non vale nulla se non è seguita dalla
mortificazione della carne.
4. Di conseguenza, la pena dura finché permane l'odio per la propria persona (che costituisce la vera penitenza
interiore), cioè fino all'ingresso nel regno dei cieli.
5. Il papa può rimettere soltanto quelle colpe che egli stesso ha imposte in base alla sua volontà o in base al
diritto canonico.
6. Il papa non ha il potere di condonare i peccati; qualora pertanto, egli non si limiti a perdonare quelli di sua
pertinenza, egli deve dichiarare e assicurare che il perdono avviene per opera di Dio, altrimenti la colpa non
verrebbe cancellata.
7. Dio non rimette le colpe al penitente che non si accosta con profonda umiliazione al sacerdote suo vicario.
8. Le disposizioni canoniche concernenti la penitenza riguardano soltanto i vivi, mentre nessun valore hanno
nei riguardi dei moribondi.
9. Lo Spirito Santo, dunque, ci offre il Suo perdono per mezzo del papa, e comunque sempre, nell'evenienza di
una morte improvvisa.
10. I sacerdoti che infliggono ai moribondi pene canoniche da scontare in purgatorio dimostrano ignoranza e
scorrettezza.
11. E' probabile che la zizzania, consistente nella conversione della pena canonica in una pena da scontare in
purgatorio, sia stata seminata mentre i vescovi dormivano.
12. In passato, le pene canoniche venivano inflitte a seguito di una vera contrizione prima dell'assoluzione, e
non dopo.
13. Ai morti è dato di scontare ogni peccato fino al momento della morte; dopo la morte, le disposizioni
canoniche non li riguardano più, essendo di diritto da esse sciolti.