Felici e Dementi
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Koronoiolivello 6
1 Maggio 2020 - 4.802 visualizzazioni
Ho aperto l'armadio e mi sono seduta sul pavimento per
contemplare il suo interno. E mentre contemplavo
non pensavo a niente, avevo l'armadio e basta, non pensavo
a niente. Mi sono svegliata e l'armadio era sempre là, aperto
come una sfinge che ti ha svelato il suo segreto, era là, pieno
di croci, era là con la sua storia e le sue stragi: Gladio, massoni,
politici, affaristi, palazzinari, condonatori, contaminatori, ladri.
Mi sono alzata dal pavimento con un dolore all'anca, un dolore
fisico, fastidioso, ma fisico, debilitante, ma naturale. Ciò
che mi sembrava innaturale era il disordine dentro l'armadio,
una bassura che ruggiva, molecole di polvere scintillanti
nella traiettoria di un reggio di sole penetrato nella semioscurità
della stanza. Avrei dovuto lavorare tanto per rimettere al loro
posto le cose, così avvilite da tanto disordine. Avrei dovuto
cercare aiuto, trovare qualcuno disposto come me a ripulire
l'armadio, qualcuno che si sveglia con un dolore fisico e sa che
il dolore è una sensazione naturale che preannuncia disagio,
quando l'innaturale è celato dietro un mobile, sempre dietro
qualcosa di maledettamente chiuso che puoi decidere di
non aprire mai, per non disperarti se non viene nessuno,
per non illuderti che qualcuno possa venire, perché aprire
un armadio è un atto di ribellione, una sfida, il punto
......................................................................del non-ritorno.
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