Chiacchiera
30 Gennaio - 3.464 visualizzazioni
E' già giovedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Eppure c'è. E fa paura.
Attoniti. Sorpresi. Increduli. Ogni volta . Accade quando leggiamo che sono stati arrestati pedofili come è accaduto ieri. Come se fosse una scoperta. Eppure è lì da un'eternità.
Leggiamo e dimentichiamo.
Sappiamo che esistono ladri, assassini, truffatori, corruttori. Ma non pensiamo mai che accanto a noi ,in fila al supermarket, ci possa essere un pedofilo.
Come se la nostra sensibilità ne rifiutasse l'esistenza tanto è malvagia.
Anche perché non vediamo la pedofilia.
Non è visibile come il furto, l'omicidio, la truffa. È affogata nel silenzio. Quella in famiglia o in altre realtà perché il piccolo abusato non ha la forza di reagire o teme di non essere creduto .Ma anche perché spesso quegli ambienti hanno il potere di soffocare il caso nel timore del clamore. E il clamore arriva solo alla denuncia, spesso dopo decenni.
E tantomeno vediamo la pedofilia nascosta nel cellulare. Quella più diffusa, ormai è un'epidemia. E qui a proteggerla è la complicità : quel filo che unisce i pedofili che ubbidiscono all'ordine del silenzio. E lo rispettano . E' nata la “Comunità dei pedofili”. Una setta che non si sottrae alla violenza . Per poi documentarla.
E' la violenza condivisa. E , ancora peggio, c' è la commercializzazione del danno subito dalle piccole vittime. Tutto oggi diventa business, anche il più basso livello della malvagità umana perché è la vulnerabilità dell'infanzia.
“L'infanzia è il tempo della meraviglia e dell'innocenza , il tempo in cui tutto può succedere” (Aforisticamente).
E nulla deve sfiorarla.
Non posso chiudere senza elogiare l'impegno della Polizia- in particolare la Polizia Postale e l'Interpol- che non dà tregua ai pedofili. Senza la Polizia e altre istituzioni questo volto malvagio dell'umanità rimarrebbe in un buio avvolta dalla complicità del silenzio.
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Immagine: la notizia ieri degli arresti di pedofili in varie regioni d'Italia.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Eppure c'è. E fa paura.
Attoniti. Sorpresi. Increduli. Ogni volta . Accade quando leggiamo che sono stati arrestati pedofili come è accaduto ieri. Come se fosse una scoperta. Eppure è lì da un'eternità.
Leggiamo e dimentichiamo.
Sappiamo che esistono ladri, assassini, truffatori, corruttori. Ma non pensiamo mai che accanto a noi ,in fila al supermarket, ci possa essere un pedofilo.
Come se la nostra sensibilità ne rifiutasse l'esistenza tanto è malvagia.
Anche perché non vediamo la pedofilia.
Non è visibile come il furto, l'omicidio, la truffa. È affogata nel silenzio. Quella in famiglia o in altre realtà perché il piccolo abusato non ha la forza di reagire o teme di non essere creduto .Ma anche perché spesso quegli ambienti hanno il potere di soffocare il caso nel timore del clamore. E il clamore arriva solo alla denuncia, spesso dopo decenni.
E tantomeno vediamo la pedofilia nascosta nel cellulare. Quella più diffusa, ormai è un'epidemia. E qui a proteggerla è la complicità : quel filo che unisce i pedofili che ubbidiscono all'ordine del silenzio. E lo rispettano . E' nata la “Comunità dei pedofili”. Una setta che non si sottrae alla violenza . Per poi documentarla.
E' la violenza condivisa. E , ancora peggio, c' è la commercializzazione del danno subito dalle piccole vittime. Tutto oggi diventa business, anche il più basso livello della malvagità umana perché è la vulnerabilità dell'infanzia.
“L'infanzia è il tempo della meraviglia e dell'innocenza , il tempo in cui tutto può succedere” (Aforisticamente).
E nulla deve sfiorarla.
Non posso chiudere senza elogiare l'impegno della Polizia- in particolare la Polizia Postale e l'Interpol- che non dà tregua ai pedofili. Senza la Polizia e altre istituzioni questo volto malvagio dell'umanità rimarrebbe in un buio avvolta dalla complicità del silenzio.
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Immagine: la notizia ieri degli arresti di pedofili in varie regioni d'Italia.
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Pene detentori,pena di morte, castrazione chimica o altro sono pagliativi purtroppo