E' giร martedรฌ. Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno. Di Luciano Ragno
80 anni dopo. Torna “Deportiamoli !”
Credevo che alcune parole la coscienza del mondo le avesse cancellate dal vocabolario. Una mi ha sempre colpito: deportazione. Illuso. Credevo nel rimorso. Nella vergogna. Nella cultura. Nei giovani sfuggiti a quell'orrore. Mi sono sbagliato. Leggo su “La Repubblica” : “ Domenica alle sei del pomeriggio, poco dopo gli exit pool, l'Afd brenderburghese aveva giร acceso la musica per festeggiare il trionfo elettorale in un locale affittato a Potsdam, in Germania. E dalle casse รจ rimbombato quasi subito un brano dal ritmo trash e dal refrain tanto stupido quanto agghiacciante: ‘E adesso andiamo, adesso li deportiamo, li deportiamo tutti'. In un video di quei momenti, si vede chiaramente Anna Leisten, capa dell'organizzazione giovanile dell'Afd in Brandeburgo, che canta i versi razzisti, e che alza insieme ad altri militanti estasiati un cartello con la scritta ‘deportiamoli a milioni. Intorno, parecchi funzionari dell'Afd, bevono birra e sembrano divertiti dalla canzone”. Oggi i milioni sono gli emigranti. Un tempo erano gli ebrei. “Molta gente deve la coscienza tranquilla alla propria memoria debole" ha detto un giorno Godfried Bomans, scrittore olandese. ________________________ Fonte dell'immagine: Chiesa di Milano. Archivio fotografico Aned.