Vaccata
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Gilbertolivello 2
26 Febbraio 2018 - 3.284 visualizzazioni
Storie di integrazione antileghista. Capitolo 3.
Don Ciccio (L'egregio Signor Francesco) è il mio padrone di casa. E' la classica brava persona che ha lavorato tutta una vita ( a nero) per costruirsi la villetta (abusiva) e godersi la pensione in grazia di Dio (sempre sia lodato). Non è stato sempre così però, una decina di anni fa lo trovarono mezzo morto a terra e fu operato per dei problemi cardiaci, adesso tiene una cicatrice che gli parte da dietro alla orecchia e gli arriva all'ombelico e tiene più batterie in corpo lui che un muletto, inoltre quando parla coniuga sempre i verbi col suffisso all, per esempio per dire prendilo lui dice “pigliall”, per dire chiudilo “nzerall”, per dire pagalo “pagall” ecc.. ora non lo so se è una cosa che gli ha portato la malatia o parlava così già da prima. All'epoca dovette lasciare il lavoro (meccanico) e trovarsi un alternativa meno usurante. Nella zona ad est di brescia ci sono tante fabbriche di cinesi e vige una strana consuetudine, praticamente i cinesi dovendo lavorare quelle 15-16 ore al giorno (con un pugno di riso cit.) non hanno il tempo di crescersi i figli allora li danno in affidamento a famiglie autoctone fino ai 2 anni di età dietro compenso ovviamente. Ora don Ciccio si prese un cinesino in casa ma siccome che è un pezzo di pane
ci spendeva più soldi di quanti ce ne davano i cinesi per non far mancare niente al piccolino. Ora per non tirarvela a lungo in pratica il piccolo cinesino adesso ha 15 anni, passa più tempo a casa di don Ciccio (che lui chiama Nanà, nonno in cinese) che a casa sua. Nanà gli paga perfino il doposcuola senza ovviamente prendere più un soldo. Il ragazzino è tifosissimo del brescia e ovviamente, anche se probabilmente si chiama diversamente, per tutti è Francesco.
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