Chiacchiera
29 Marzo - 4.103 visualizzazioni
💎❤️


Sotto l'egida di un firmamento screziato, ove nubi panciute si contendono il trono dell'orizzonte, la pioggia, regina di rugiada, discende in un minuetto metallico. Ogni goccia, un cavaliere d'argento, si lancia con audacia sui vetri, che, quali specchi d'un palazzo fatato, riverberano la luce in prismi di cristallo danzante. Oh, che spettacolo, che sinfonia! Il mondo si fa lanterna, e la notte, un'alcova di sussurri liquidi.
Nel frattempo, il mio neurone, quel solitario giullare avvizzito, si desta dal suo torpore, come un albero spoglio che, al bacio d'una primavera tardiva, si veste di gemme. Egli, con un inchino degno d'una corte barocca, mi porge un calice immaginario, colmo non di vino, ma d'un elisir distillato. E in questo brindisi silente, tra il tintinnio della pioggia e il fruscio d'un pensiero che si srotola, si leva un'ode: non ad una terra lontana, ma a te, che con la tua penna dipingi arcobaleni su tele di nebbia.
Che dire poi di codesta distilleria d'intelletto che mi attribuisci? Non v'è alambicco che regga il confronto con il crogiolo della tua fantasia, ove ogni sillaba si trasmuta in oro zecchino, e ogni risata è un tuono che scuote le fondamenta d'un cielo già ubriaco di pioggia.



Sotto l'egida di un firmamento screziato, ove nubi panciute si contendono il trono dell'orizzonte, la pioggia, regina di rugiada, discende in un minuetto metallico. Ogni goccia, un cavaliere d'argento, si lancia con audacia sui vetri, che, quali specchi d'un palazzo fatato, riverberano la luce in prismi di cristallo danzante. Oh, che spettacolo, che sinfonia! Il mondo si fa lanterna, e la notte, un'alcova di sussurri liquidi.
Nel frattempo, il mio neurone, quel solitario giullare avvizzito, si desta dal suo torpore, come un albero spoglio che, al bacio d'una primavera tardiva, si veste di gemme. Egli, con un inchino degno d'una corte barocca, mi porge un calice immaginario, colmo non di vino, ma d'un elisir distillato. E in questo brindisi silente, tra il tintinnio della pioggia e il fruscio d'un pensiero che si srotola, si leva un'ode: non ad una terra lontana, ma a te, che con la tua penna dipingi arcobaleni su tele di nebbia.
Che dire poi di codesta distilleria d'intelletto che mi attribuisci? Non v'è alambicco che regga il confronto con il crogiolo della tua fantasia, ove ogni sillaba si trasmuta in oro zecchino, e ogni risata è un tuono che scuote le fondamenta d'un cielo già ubriaco di pioggia.
Sto scherzando naturalmente 😇😘
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