Chiacchiera
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20 Marzo - 2.479 visualizzazioni
E' già giovedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno

Un sogno nato in una piccola isola.

Vivere un giorno in Europa senza la paura di una guerra. Nella democrazia . In idee comuni sull'economia e sulla vita civile. Nella convivenza. Tutti i Paesi insieme, conservando l'identità.
Un sogno.
Ieri sera un grande Roberto Benigni in Eurovisione ci ha detto che il sogno è realizzabile. A condizione che l'Europa resti unita e che allontani ,definitivamente ,quei progetti di nazionalismo che ha costantemente ha “paura degli altri, dei diversi e del progresso” e che resistono in una politica che guarda sempre al passato e al passato vorrebbe tornare.
Un appello, quasi una preghiera, quello di Benigni, proprio alla vigilia di una riunione che potrebbe essere decisiva per l'Europa: sul tavolo c'è il piano per la sicurezza.
Una pagina di Storia. Benigni ha ricordato il tormentato cammino che ha portato all'unità europea, l'esperimento politico più emozionante del secolo passato. E se è diventato un inno alla gioia si deve anche a tre uomini illuminati, Spinelli, Rossi e Colorni, che ,mandati al confine dai fascisti nella piccola isola di Ventotene, fecero scattare la prima scintilla di un' Europa delle nazioni.
Benigni si è a lungo soffermato su quello storico “ Manifesto” . Ha detto: “Il sogno dell'Europa è figlio degli eroi di Ventotene”. Al mattino quella “scintilla” era finita nella polemica della politica in Parlamento dopo un intervento della premier Giorgia Meloni.
Una pagina di speranza in un domani colorato di azzurro. In un momento di disperazione per l'orrore delle guerre e di incertezza sulle sorti del mondo . Ne avevamo bisogno. Grazie Benigni
Poche ore dopo le parole di Benigni è nata la primavera ed è iniziata la Giornata della Felicità.
La vita è una grande regista.
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Ho scritto che oggi è primavera. Esattamente dalle 4,06 . E' l'equinozio: oggi le ore del giorno coincidono esattamente con quelle della notte. Ci dispiace per il calendario che parla del 21 marzo. Al tempo non si comanda.
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