Chiacchiera
9 Marzo - 3.113 visualizzazioni
Ho fatto l'amore.
Che di per sé è una notizia senza precedenti dato che il sesso nella mia vita è come l'albumina negli alimenti, ne puoi trovare giusto qualche traccia qui e là.
Sta di fatto che, contro ogni previsione, questa fanciulla ha deciso di frollare le mie carni umettandole con la sua saliva.
Ma.
Perché c'è sempre un ma.
L'impeto della passione ha fatto sì che consumassimo in macchina.
Non facevo l'amore in macchina dai primi anni del 2000, ai tempi non avevo l'artrite, i reumatismi e non dicevo "oppallà" ogni volta che mi alzavo dal divano. Però spiaceva tirarmi indietro dopo che ho passato mesi a convincere questa sventurata.
E allora via, si comincia, tira indietro il sedile, toglimi i pantaloni, ahia ho battuto la testa, ahia ho scontrato il ginocchio, lei che mi chiede se mi piace ma sta masturbando il freno a mano e a me secca farglielo notare quindi mi esibisco in espressioni a metà tra il compiaciuto e l'ictus.
Sembra una partita a Twister, dobbiamo incastrarci in ogni modo e io ho una fisicità possente tipica di chi è andato in palestra per 20 anni ma ha sempre trovato chiuso però al bar di fronte fanno dei supplì pazzeschi quindi "buongiorno mi dia 5 supplì".
Fa caldissimo.
Sto sudando come un tedesco in spiaggia a luglio ma non importa, la passione ci divora e allora apro i finestrini ma siamo in campagna, entrano delle zanzare grandi come impiegati del catasto di Orvieto e mentre lei si lavora il freno a mano e io cerco di non farglielo notare 4 zanzare mi fanno una trasfusione e succhiano talmente tanto sangue che due mesi dopo mi sono pure arrivate le analisi a casa.
Tutto ok, ho il colesterolo un po' alto a causa dei supplì.
Ma ora basta con i preliminari che il freno a mano non ce la fa più, ora leviamoci tutto e vienimi sopra, no sopra non ci stai, vienimi sotto, no però così è peggio mettiamoci di fianco ma così ho il cambio nel costato e mi si squarcia il quadrato dei lombi.
Andiamo dietro che c'è più spazio, ma no ormai siamo nudi facciamolo qui, subito, ora, sporco, veloce e bastardo come ogni rapporto occasionale dovrebbe essere.
Lei si agita, sussulta, geme, io cerco di contenere un tale impeto selvaggio d'amore, lei continua a prendere testate e io spero che venga presto altrimenti questo orgasmo le costerà una commozione cerebrale.
Il suo corpo è un turbinio di movimenti, con l'alluce accende la radio che si sintonizza su Radio Maria e mentre lei gode come se avesse eliminato la Francia agli Europei il Salmo Responsoriale riempie gli interstizi della nostra coscienza empia delle oscenità che si stanno consumando nel mio abitacolo.
E poi, come tutto è iniziato, finisce.
In un sussulto, uno spasmo, un rantolo.
Mi guarda e mi chiede se mi è piaciuto. Annuisco. Nel mentre il Papa in sottofondo dice che il male è cattivo mentre il bene è buono.
Rimaniamo così.
In silenzio, abbracciati, con le zanzare subito fuori che hanno messo su un centro trasfusioni e alcune suore che telefonano preoccupate per la loro anima.
Ma non per la mia.
Perché io sono salvo, la mia anima è integra.
Guardo la leva del freno a mano.
Mi spiaceva far notare alla mia partner l'equivoco, sembrava divertirsi così tanto.
#manuscrivecose
Che di per sé è una notizia senza precedenti dato che il sesso nella mia vita è come l'albumina negli alimenti, ne puoi trovare giusto qualche traccia qui e là.
Sta di fatto che, contro ogni previsione, questa fanciulla ha deciso di frollare le mie carni umettandole con la sua saliva.
Ma.
Perché c'è sempre un ma.
L'impeto della passione ha fatto sì che consumassimo in macchina.
Non facevo l'amore in macchina dai primi anni del 2000, ai tempi non avevo l'artrite, i reumatismi e non dicevo "oppallà" ogni volta che mi alzavo dal divano. Però spiaceva tirarmi indietro dopo che ho passato mesi a convincere questa sventurata.
E allora via, si comincia, tira indietro il sedile, toglimi i pantaloni, ahia ho battuto la testa, ahia ho scontrato il ginocchio, lei che mi chiede se mi piace ma sta masturbando il freno a mano e a me secca farglielo notare quindi mi esibisco in espressioni a metà tra il compiaciuto e l'ictus.
Sembra una partita a Twister, dobbiamo incastrarci in ogni modo e io ho una fisicità possente tipica di chi è andato in palestra per 20 anni ma ha sempre trovato chiuso però al bar di fronte fanno dei supplì pazzeschi quindi "buongiorno mi dia 5 supplì".
Fa caldissimo.
Sto sudando come un tedesco in spiaggia a luglio ma non importa, la passione ci divora e allora apro i finestrini ma siamo in campagna, entrano delle zanzare grandi come impiegati del catasto di Orvieto e mentre lei si lavora il freno a mano e io cerco di non farglielo notare 4 zanzare mi fanno una trasfusione e succhiano talmente tanto sangue che due mesi dopo mi sono pure arrivate le analisi a casa.
Tutto ok, ho il colesterolo un po' alto a causa dei supplì.
Ma ora basta con i preliminari che il freno a mano non ce la fa più, ora leviamoci tutto e vienimi sopra, no sopra non ci stai, vienimi sotto, no però così è peggio mettiamoci di fianco ma così ho il cambio nel costato e mi si squarcia il quadrato dei lombi.
Andiamo dietro che c'è più spazio, ma no ormai siamo nudi facciamolo qui, subito, ora, sporco, veloce e bastardo come ogni rapporto occasionale dovrebbe essere.
Lei si agita, sussulta, geme, io cerco di contenere un tale impeto selvaggio d'amore, lei continua a prendere testate e io spero che venga presto altrimenti questo orgasmo le costerà una commozione cerebrale.
Il suo corpo è un turbinio di movimenti, con l'alluce accende la radio che si sintonizza su Radio Maria e mentre lei gode come se avesse eliminato la Francia agli Europei il Salmo Responsoriale riempie gli interstizi della nostra coscienza empia delle oscenità che si stanno consumando nel mio abitacolo.
E poi, come tutto è iniziato, finisce.
In un sussulto, uno spasmo, un rantolo.
Mi guarda e mi chiede se mi è piaciuto. Annuisco. Nel mentre il Papa in sottofondo dice che il male è cattivo mentre il bene è buono.
Rimaniamo così.
In silenzio, abbracciati, con le zanzare subito fuori che hanno messo su un centro trasfusioni e alcune suore che telefonano preoccupate per la loro anima.
Ma non per la mia.
Perché io sono salvo, la mia anima è integra.
Guardo la leva del freno a mano.
Mi spiaceva far notare alla mia partner l'equivoco, sembrava divertirsi così tanto.
#manuscrivecose
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ColosseoQuadrato: Non mi capita mai

9 Marzo alle ore 10:44 · Ti stimo · Rispondi

Pastafariano: Anno 1983, sotto un diluvio, chiuso in una vecchia 500 con i sedili bloccati in compagnia di una stangona di 180 cm: beata gioventù... 😎
9 Marzo alle ore 14:02 · Ti stimo · Rispondi