Chiacchiera
18 Febbraio - 3.134 visualizzazioni
E' già martedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quell'affettività non più negata.
“Le Società devono giudicarsi per la loro capacità di fare in modo che le persone siano felici” ha detto un giorno il visconte Alexis de Tocqueville. La Società di oggi invece ha più voglia di regalarsi felicità più che a donarla. Preferisce spesso negarla.
Quindi diventa addirittura notizia da titolo un gesto di umanità . Soprattutto là dove la vita, con i suoi sentimenti, è prigioniera nello spazio fra un catenaccio e un paio di sbarre. E in quello spazio un affollamento oltre ogni sopportazione.
La notizia è la fine della negazione all'affettività in carcere.
A due detenuti di due diverse carceri- quelle di Parma e Terni-è stato accordato il permesso di colloqui intimi con le proprie compagne, moglie e fidanzate per avere anche rapporti sessuali. Due mesi di tempo alle direzioni delle due case di pena per attrezzarsi , individuando uno spazio adeguato e senza sorveglianza.
Le due sentenze fanno seguito a una decisione della Corte Costituzionale che ha ritenuto “illegittima la contrarietà all'affettività e alla sessualità nel carcere”.
La privazione della libertà è Giustizia. Il no all'affettività è violenza. Un frammento di felicità donato è civiltà.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Di Luciano Ragno
Quell'affettività non più negata.
“Le Società devono giudicarsi per la loro capacità di fare in modo che le persone siano felici” ha detto un giorno il visconte Alexis de Tocqueville. La Società di oggi invece ha più voglia di regalarsi felicità più che a donarla. Preferisce spesso negarla.
Quindi diventa addirittura notizia da titolo un gesto di umanità . Soprattutto là dove la vita, con i suoi sentimenti, è prigioniera nello spazio fra un catenaccio e un paio di sbarre. E in quello spazio un affollamento oltre ogni sopportazione.
La notizia è la fine della negazione all'affettività in carcere.
A due detenuti di due diverse carceri- quelle di Parma e Terni-è stato accordato il permesso di colloqui intimi con le proprie compagne, moglie e fidanzate per avere anche rapporti sessuali. Due mesi di tempo alle direzioni delle due case di pena per attrezzarsi , individuando uno spazio adeguato e senza sorveglianza.
Le due sentenze fanno seguito a una decisione della Corte Costituzionale che ha ritenuto “illegittima la contrarietà all'affettività e alla sessualità nel carcere”.
La privazione della libertà è Giustizia. Il no all'affettività è violenza. Un frammento di felicità donato è civiltà.
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messen: Se uno mi toglie in modo volontario, violento, consapevole la mia affettività, la mia intimità, sapendo di rivoluzionare la mia vita in negativo.... Non discuto ma ci penso.
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18 Febbraio alle ore 09:42 · Ti stimo · Rispondi