Chiacchiera
ieri alle ore 08:57 - 4.055 visualizzazioni
Una maestra era a casa e, durante la cena, iniziò a correggere i compiti dei suoi studenti. Suo marito le era accanto, ma era intento a chattare con gli amici sullo smartphone.
Dopo aver letto l'ultimo compito, le lacrime iniziarono a scenderle silenziosamente sul viso.
"Perché stai piangendo, amore?" le chiese il marito.
"Ieri ho assegnato un tema agli alunni di prima media dal titolo: Il mio desiderio."
"Sì, e allora? Perché piangi?"
"È l'ultima risposta che mi ha fatto commuovere." Curioso, il marito continuò a chiedere:
"Cosa c'è scritto in quel compito che ti fa piangere?"
"Ascolta, te lo leggo: Il mio desiderio è diventare uno smartphone. I miei genitori amano tanto i loro telefoni. Sono così presi dai loro dispositivi che a volte si dimenticano di me. Quando papà torna stanco dal lavoro, ha sempre tempo per il suo telefono, ma mai per me. Quando i miei genitori sono impegnati e il telefono squilla, rispondono subito. Ma non fanno lo stesso per me, anche se piango. Giocano con i loro smartphone, ma non con me. Non mi ascoltano mai, nemmeno quando ho qualcosa di importante da dire. Perciò, il mio desiderio è diventare uno smartphone per poter avere la loro attenzione."
Sentendo quelle parole, il marito rimase in silenzio, immerso nei suoi pensieri. Poi, con voce tremante, chiese:
"Chi ha scritto questo tema?"
"Nostro figlio."
Dopo aver letto l'ultimo compito, le lacrime iniziarono a scenderle silenziosamente sul viso.
"Perché stai piangendo, amore?" le chiese il marito.
"Ieri ho assegnato un tema agli alunni di prima media dal titolo: Il mio desiderio."
"Sì, e allora? Perché piangi?"
"È l'ultima risposta che mi ha fatto commuovere." Curioso, il marito continuò a chiedere:
"Cosa c'è scritto in quel compito che ti fa piangere?"
"Ascolta, te lo leggo: Il mio desiderio è diventare uno smartphone. I miei genitori amano tanto i loro telefoni. Sono così presi dai loro dispositivi che a volte si dimenticano di me. Quando papà torna stanco dal lavoro, ha sempre tempo per il suo telefono, ma mai per me. Quando i miei genitori sono impegnati e il telefono squilla, rispondono subito. Ma non fanno lo stesso per me, anche se piango. Giocano con i loro smartphone, ma non con me. Non mi ascoltano mai, nemmeno quando ho qualcosa di importante da dire. Perciò, il mio desiderio è diventare uno smartphone per poter avere la loro attenzione."
Sentendo quelle parole, il marito rimase in silenzio, immerso nei suoi pensieri. Poi, con voce tremante, chiese:
"Chi ha scritto questo tema?"
"Nostro figlio."
Leggi tutto...
Però appunto se i bambini vedono che i genitori stanno sempre col telefono è normale che vogliano starci anche loro, stessa cosa come quando non conoscono le verdure perché non le vedono mai preparare in famiglia e quindi non gli piacciono e cosi' via..l'esempio ci vuole.