Satira
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ieri alle ore 19:54 - 4.255 visualizzazioni
Sabato 9 novembre a Bologna, CasaPound e il Movimento Nazionale – La Rete dei Patrioti hanno sfilato verso la stazione centrale, simbolo della strage neofascista del 2 agosto 1980 (85 morti, oltre 200 feriti). Durante il corteo, un militante ordina alla #polizia di “abbassare gli scudi” e gli agenti obbediscono. Uno schiaffo alla memoria delle vittime e alla dignità dello Stato.
Tre giorni dopo, puntata di Quarta Repubblica. Ospite Bruno Vespa, che dichiara:
“Tutti quanti, anche i fascisti, hanno il diritto di manifestare.”
Davvero? I fascisti hanno il diritto di trasformare il ricordo di una strage neofascista in un palco per la loro propaganda? Di impartire ordini alla polizia? Questa non è libertà di espressione, è normalizzazione del #fascismo.
Dopo quanto accaduto a Bologna, Forza Nuova ha annunciato sui social un'adunata militante a Roma, confermando la crescente arroganza dell'estrema destra.
Sempre a Roma, durante la proiezione del film La grande ambizione su Enrico Berlinguer, un gruppo di ragazzi incappucciati ha interrotto l'evento con insulti come “comunisti di m***a”, sputi e minacce razziste, costringendo alla sospensione della visione.
Anche il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli è stato preso di mira, con scritte omofobe che confermano un clima di intimidazione
sempre più diffuso.
La Costituzione italiana vieta la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista, mentre la legge Scelba proibisce l'apologia del fascismo, e la legge Mancino condanna l'odio e la violenza razzista, etnica, religiosa o nazionale. Ignorare o sottovalutare questi atti non solo viola lo Stato di diritto ma avvalla una pericolosa deriva.
E allora, quale messaggio trasmette Bruno Vespa, figura simbolo del servizio pubblico, quando tratta il fascismo come un'opinione legittima anziché come una minaccia per la democrazia?
(Fonti: Ansa, Corriere della Sera, Euronews, Il Sole 24 Ore, Roma Today, Quarta Repubblica)
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Vaccata