Chiacchiera
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21 Gennaio 2023 - 3.431 visualizzazioni
ELISA SALA STAFFETTA PARTIGIANA
Elisa Sala era una giovane lombarda che col nome di Anna partecipò alla lotta di Liberazione nella 86° brigata comunista “Issel” tra la Brianza e la Bergamasca.
Abitava a Monza e un giorno che vi si recò per far visita alla madre in ansia, fu arrestata dai fascisti. Ne venne fuori bene e tornò alla macchia.
Il 16 febbraio del '45 sulla strada per Monza fu nuovamente catturata e condotta al comando della polizia politica alla Villa Reale ove fu interrogata, torturata e infine uccisa con quattro colpi di pistola alla testa.
La mattina del 17 il suo cadavere fu scoperto lungo la strada tra Macherio e Sovico. Seguirono solenni funerali con grande partecipazione di folla.
Nel dopoguerra la città di Monza intitolò a Elena Sala, partigiana martire, una scuola media, oggi parte del comprensorio Salvo d'Acquisto di via Paganini. Non solo, la città di Monza si onorò d'avere il suo nome quale unica donna tra i partigiani caduti.
Questa è la versione comune a tutti i testi nei quali si parla di essa.
Ma è anche la prova ulteriore della disonestà e malafede di tanti cultori delle memorie resistenziali. Di tanti mascalzoni che per cinquant'anni avevano scaldato le sedie degli Istituti storici della Resistenza.
La partigiana Elisa Sala non fu uccisa dai fascisti.
Fu uccisa sì con
quattro colpi di pistola alla testa, ma dal gappista “Mariet”, al secolo Renato Sgobero, operaio comunista di Sesto San Giovanni.
Era stata soppressa per ordine del partito comunista che la riteneva una spia. Lo dichiarò lo stesso esecutore all'ex partigiano Giuseppe Giupponi, nome di battaglia” Fuì”, che non ne fece mistero.
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Elisa Sala