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mamoskilivello 9
3 Giugno 2022 - 3.402 visualizzazioni
CONCESSIONI BALNEARI: L'IMPIETOSO CONFRONTO ITALIA-FRANCIA

Situazione in Francia
I francesi ci tengono all'ambiente demaniale marittimo e lo rendono accessibile a tutti.
Un minimo dell'80% della lunghezza del litorale e della spiaggia deve rimanere libera, le concessioni agli stabilimenti sono rilasciate per un massimo del 20% della superficie.
Sono permessi equipaggiamenti e strutture amovibili, trasportabili, nessuna struttura in cemento, dopo 6 mesi l'area ritorna allo stato iniziale.
La durata delle concessioni per le spiagge non supera i 12 anni e vengono aggiornate ogni anno.

Situazione in Italia
I 27 mila concessionari delle spiagge pagano 115 milioni l'anno.
Il giro d'affari è 15 miliardi di euro l'anno, quasi l'1% del Pil.
Il costo della concessione vale meno di 1 euro ogni 100 euro di fatturato.

Circa il 70% delle concessioni balneari, ha un valore inferiore ai 2.500 euro all'anno, 200 euro al mese.
Tutto senza gara e in continua proroga.
Due gestori su tre non dichiarano al fisco il dovuto dei loro incassi.

Le concessioni coprono più del 42% dei 3 mila chilometri di coste.
In Campania, Liguria, Emilia Romagna, la quota di spiagge requisite dagli stabilimenti arriva al 70%
In Liguria si paga dai 30 ai 65 euro al giorno per un lettino.
A Porto Cervo un ombrellone e due lettini possono arrivare a costare 400 euro al giorno.
Epperò i concessionari della Costa Smeralda pagano in media al demanio 312 euro, per tutto l'anno.

Flavio Briatore, per lo stabilimento balneare più costoso d'Italia (Twiga beach, Marina di Pietrasanta, da 300 a 1.000 euro al giorno) paga allo Stato un canone annuo di 17.169 euro.
In pratica se lo paga con 25 persone.

Canoni irrisori in cambio di cosa?
Si privatizza un bene di tutti, accampando privilegi per lucrare sul patrimonio pubblico.
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