Chiacchiera
14 Novembre - 3.519 visualizzazioni
𝐏𝐢𝐥𝐥𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐟𝐢𝐥𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐬𝐢𝐜𝐢𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚: 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝒄𝒂𝒎𝒖𝒓𝒓𝒊̀𝒂
Se c'è una parola di cui tutti i siculofoni non riescono a fare a meno è la parola "camurrìa": ma per quanto comune nel nostro quotidiano, si tratta di una parola dalla storia assai misteriosa. Almeno dal '700 la troviamo in siciliano come nome della malattia della gonorrea, e poi anche col significato metaforico di scocciatura, e non è difficile capire il perché, visti i fastidi che può portare questa MST. Tuttavia, capire la storia di questa parola è piuttosto difficile. Cerchiamo di fare luce: la parola greca "γονόρροια" (gonórrhoia) viene coniata dal medico greco Galeno nel II sec. d.C. (sebbene la malattia fosse conosciuta già da prima), in latino invece troviamo l'adattamento della parola greca in "gonorrhoea" nel V sec. d.C. nelle opere del medico romano Celio Aureliano. Non è chiaro se la parola fosse di uso comune nel latino o nel greco parlato sull'isola: vista una parte della pronuncia dell'attuale "camurrìa" (precisamente "-urrìa"😉 verrebbe da pensare che la parola potesse essere usata nel greco di Sicilia e che fosse poi passata al latino di Sicilia in qualche forma a noi sconosciuta. Tuttavia, analizzando la fonetica di "camurrìa", non è possibile giustificare l'evoluzione da "gon-" a "cam-", dovremo quindi almeno in parte cercare altrove. Secondo alcuni studiosi, la parola sarebbe legata al toscano "camorro", che indica una persona malaticcia, e anche al toscano "cimurro", una malattia dei cani che li farebbe apparire raffreddati con le tipiche perdite di muco. Le parole toscane "camorro" e "cimurro" sembrano essere dei prestiti dal francese antico "chamoire", a sua volta da un latino non attestato "*camoria", cioè "moccio". Ma anche qua troviamo dei problemi, perché se ci fossero stati degli incontri con il francese antico, oggi in siciliano dovremmo avere qualcosa come *ciamurrìa. Giunti a questo punto, due ci sembrano le spiegazioni possibili: da una parte possiamo ipotizzare che anche nel latino di Sicilia in un lontano passato esistesse una forma del tipo "*camoria", che fondendosi con una forma del tipo "*gunurrìa" potrebbe essere arrivata a darci "camurrìa"; un'altra spiegazione potrebbe stare nell'incontro tra una possibilie forma "*gunurrìa" e una parola normanna come "camoire" (forma sorella del francese antico "chamoire" che menzionavamo sopra), dal quale potremmo aver ottenuto "camurrìa". Insomma, speriamo di trovare presto nuovi documenti che possano aiutarci a far luce su questo... mistero "camurruso"! 😁😁
#siciliano #linguasiciliana #sicilia
Se c'è una parola di cui tutti i siculofoni non riescono a fare a meno è la parola "camurrìa": ma per quanto comune nel nostro quotidiano, si tratta di una parola dalla storia assai misteriosa. Almeno dal '700 la troviamo in siciliano come nome della malattia della gonorrea, e poi anche col significato metaforico di scocciatura, e non è difficile capire il perché, visti i fastidi che può portare questa MST. Tuttavia, capire la storia di questa parola è piuttosto difficile. Cerchiamo di fare luce: la parola greca "γονόρροια" (gonórrhoia) viene coniata dal medico greco Galeno nel II sec. d.C. (sebbene la malattia fosse conosciuta già da prima), in latino invece troviamo l'adattamento della parola greca in "gonorrhoea" nel V sec. d.C. nelle opere del medico romano Celio Aureliano. Non è chiaro se la parola fosse di uso comune nel latino o nel greco parlato sull'isola: vista una parte della pronuncia dell'attuale "camurrìa" (precisamente "-urrìa"😉 verrebbe da pensare che la parola potesse essere usata nel greco di Sicilia e che fosse poi passata al latino di Sicilia in qualche forma a noi sconosciuta. Tuttavia, analizzando la fonetica di "camurrìa", non è possibile giustificare l'evoluzione da "gon-" a "cam-", dovremo quindi almeno in parte cercare altrove. Secondo alcuni studiosi, la parola sarebbe legata al toscano "camorro", che indica una persona malaticcia, e anche al toscano "cimurro", una malattia dei cani che li farebbe apparire raffreddati con le tipiche perdite di muco. Le parole toscane "camorro" e "cimurro" sembrano essere dei prestiti dal francese antico "chamoire", a sua volta da un latino non attestato "*camoria", cioè "moccio". Ma anche qua troviamo dei problemi, perché se ci fossero stati degli incontri con il francese antico, oggi in siciliano dovremmo avere qualcosa come *ciamurrìa. Giunti a questo punto, due ci sembrano le spiegazioni possibili: da una parte possiamo ipotizzare che anche nel latino di Sicilia in un lontano passato esistesse una forma del tipo "*camoria", che fondendosi con una forma del tipo "*gunurrìa" potrebbe essere arrivata a darci "camurrìa"; un'altra spiegazione potrebbe stare nell'incontro tra una possibilie forma "*gunurrìa" e una parola normanna come "camoire" (forma sorella del francese antico "chamoire" che menzionavamo sopra), dal quale potremmo aver ottenuto "camurrìa". Insomma, speriamo di trovare presto nuovi documenti che possano aiutarci a far luce su questo... mistero "camurruso"! 😁😁
#siciliano #linguasiciliana #sicilia
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Drakka: SilvytheBest ciao👋
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14 Novembre alle ore 22:28 · Ti stimo · Rispondi
BaytaDarell: Grazie. Molto interessante😊
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15 Novembre alle ore 00:07 · Ti stimo · Rispondi
Barese: Passa Pietranera a farmi il riassunto
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15 Novembre alle ore 13:11 · Ti stimo · Rispondi
Sioux: Vucciria (credo si dica così) che significa ?
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15 Novembre alle ore 13:27 · Ti stimo · Rispondi
SilvytheBest: Sioux baldoria, casino, caos è anche il nome di un quartiere di Palermo
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15 Novembre alle ore 14:04 · Ti stimo · Rispondi
Sioux: Si sì per quello ho chiesto, ma nn sapevo il significato SilvytheBest
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15 Novembre alle ore 14:08 · Ti stimo · Rispondi