E' già giovedì. Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno. Di Luciano Ragno
Mi bastano due parole.
Leggo sull'Ansa: “È stato accolto dal governo l'ordine del giorno firmato dal leghista Igor Iezzi sull'apertura di una commissione o un tavolo tecnico che possa valutare, ‘nel rispetto dei principi costituzionali', in caso di reati di violenza sessuale, la possibilità per il condannato di aderire con il suo consenso a percorsi di assistenza sanitaria, sia psichiatrica sia farmacologica, anche con un eventuale trattamento di 'blocco androgenico'". La Lega esulta. Salvini: “Tolleranza zero per stupratori e pedofili”. D'accordo su assistenza psichiatrica e farmacologica. Come vuole la Società civile. Mi bastano altre due parole per farmi sobbalzare: blocco androgenetico. Vogliono dire: castrazione chimica. Sia molto chiaro a evitare polemiche errate: la castrazione non andrebbe imposta obbligatoriamente ma proposta al condannato per avere un alleggerimento della pena (secondo alcuni la sospensione). Si dice: ma si fa in altri Paesi. Questo non ci obbliga a fare altrettanto, distinguersi è segno di indipendenza culturale. E di maturità. Castrare una persona. Che parole terribili. Solo sentirle , piombo nel buio del Medioevo, quello più profondo dove c'erano le pene corporali. Mi rifugio in Voltaire, era il XVIII secolo: “Là dove manca la carità, la legge è sempre crudele”. Sono un giornalista e entro allora nella notizia. Su True-News.it del febbraio 1924 leggo il parere del criminologo Paolo Giuliani: “La castrazione chimica potrebbe comportare un rischio di deresponsabilizzazione della persona coinvolta, portandola a credere di poter attribuire la propria condotta a un fattore “biologico” e non a una scelta che, nella maggior parte dei casi, è consapevole”. Potrebbe quindi rivelarsi addirittura inutile. Ma a qualcuno addirittura fa comodo. Già prima dell'approvazione della legge. __________________________________ Fonte dell'immagine: Corriere della Sera.
E' già venerdì. Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno. Di Luciano Ragno
E' tornato !
Il Medioevo è tornato. Si era rifugiato nei libri di Storia. Dimenticato. Ma a qualcuno mancava quel piccolo, ma proprio piccolo, Stato sotto casa, fra un fiume e una montagna a confine con un altro Stato fra il mare e una collina. Diverso da altri 19. E in quel piccolo Stato si governerà con proprie leggi. Diverse da tutti gli altri Stati. Ci saranno, per esempio, quelle che diranno come sarai curato. E così in uno Stato la Salute sarà garantita e in un altro no. La sfortuna di nascere nello Stato sbagliato. Per la lingua ancora un po' di tempo e poi il dialetto diventerà la lingua ufficiale di quel piccolo Stato. Ci sarà bisogno di un vocabolario tascabile mettendoci in auto per andare in vacanza. Tanti piccoli Stati fra un fiume e una montagna e fra il mare e una collina c'erano da sempre. Qualcuno si faceva chiamare Regno, un po' esagerato ma faceva scena. Un può più modesto quel Granducato. Ma un giorno, un paio di secoli fa, alcuni illusi mandarono tutto all'aria e costruirono uno Stato unico. Lo chiamarono Italia e addirittura fecero studiare la loro impresa a scuola e si intitolarono piazze e strade: via Garibaldi, piazza Mazzini. Ma un paio di giorni fa, in fretta e furia, quello Stato unico è stato diviso in piccoli Stati. E l'operazione l'hanno chiamata Autonomia. Come dire: faccio un po' come mi pare in casa mia. Così, in un caldo pomeriggio di fine primavera, il Medioevo è tornato. E pensare che ieri sera c'era ancora gente che gridava “Forza Italia!” I soliti poco informati. ___________________ Immagine:L'Italia nel Medioevo. Fonte : Associazione Culturale “ Italia Medioevale”.
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